La dignità umana valore concreto di ogni individuo della Terra, conflittualizzata tra l’avere e l’essere, tra profitto e valori morali, tra consumismo e stati di povertà, non trova spazio nelle lotte fratricide che imperano in tutto il mondo.
La responsabilità di tale situazione deve essere legittimamente attribuita a tutti coloro che sono deputati alla concretizzazione del progetto politico costituzionale del proprio Paese, i quali, per svolgere con scienza e coscienza le proprie funzioni, dovranno appropriarsi di una “scienza olistica” che ponga la donna e l’uomo al centro del processo evolutivo della società. Per far ciò occorrono nuovi parametri di studio e di valutazione dello stato reale del sistema sociale e del corretto svolgimento dei ruoli istituzionali.
L’illusione di molti che il benessere di una società derivi esclusivamente dall’economia, deve lasciare il posto ad una visione più concreta dello sviluppo armonico ed integrato dell’essere umano. A nulla serve, infatti, la ricchezza economica dei cittadini se non si associa ad una “ricchezza” ben più importante, consistente in valori umani universali che considerino l’economia o il denaro come mezzi per il soddisfacimento dei bisogni “reali”, oltre i quali la stessa economia può essere importante per studi e ricerche, nonché per la realizzazione di strutture che favoriscano l’ordine e l’armonia sociale.
In tal senso si evidenzia la grande responsabilità delle istituzioni statali nel sapere giustamente coniugare l’evoluzione della società con l’amministrazione dell’economia per rendere giustizia ad ogni cittadino.
Attualmente la Dichiarazione Universale dei Diritti dell‘Uomo è considerata uno strumento per rilevare le macroviolazioni dei diritti umani, quali gli arbitrii fra gli Stati, le guerre, i genocidi, gli infanticidi, le violenze sulle donne, le torture, le discriminazioni razziali. Sfuggono, per converso, le microviolazioni compiute dai poteri pubblici sui cittadini ed anche quelle commesse da ogni singolo essere umano nei confronti di se stesso e degli altri.
Per le macroviolazioni molto si è fatto con l’istituzione dei Tribunali internazionali, mentre le microviolazioni rimangono spesso impunite, incrementando, così la degenerazione del tessuto sociale.
Se tutto ciò abbiamo meditato a lungo e la conclusione a cui siamo giunti è che la corsa “folle” da parte degli Stati e delle multinazionali ad accaparrarsi beni di ogni genere ha dato vita ad uno sviluppo tecnologico certamente valido se non ci fossero gli effetti collaterali assai dannosi per la sopravvivenza dell’uomo sulla Terra: una sorta di competizione che predilige l’avere all’essere, il consumismo alla serenità ed alla gioia di vivere.
A nostro parere con questo stile di vita siamo giunti ad un bivio: da una parte abbiamo un incremento del degrado ambientale, umano e sociale, dall’altra la possibilità di utilizzare in maniera integrata tutti gli strumenti politici, scientifici e culturali per “creare” con l‘educazione un Uomo il cui comportamento diventi l’espressione dei valori insiti nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.
Il buon senso spingerà certamente in questa direzione, poiché nessuno sopravviverebbe a tale degrado, per cui ogni Nazione deve essere consapevole che per risolvere i problemi interni ed internazionali e per essere in sintonia con i propri Principi Costituzionali, deve dare priorità ai valori espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo non solo nelle scuole e nelle Università, dove si sviluppano e si formano il comportamento e la coscienza dei cittadini, ma anche e soprattutto nelle funzioni pubbliche, affinché il potere della funzione diventi concretamente servizio per lo sviluppo fisiologico dell’organizzazione statuale.
Attualmente l’essere umano è molto abile nella critica e quasi zero nell’autocritica: ciò nega a priori il giusto e la giustizia, per cui le scelte o le azioni, nonché il giudizio, sono quasi sempre errati.
La mancanza di consapevolezza e la conseguente inesattezza dei propri giudizi e delle proprie azioni sono le principali cause dei gravi problemi che affliggono l’umanità.
L’Uomo deve essere indirizzato dalle Istituzioni verso l’autodeterminazione con l’acquisizione della capacità di critica e di autocritica, condizione, questa che richiede la consapevolezza della propria dignità, ricca di valori universali che sono i fondamenti della capacità di giudizio.