Mentre la Calabria viene sanzionata dalla Comunità Europea per le questioni rifiuti e depurazione, laddove
governi locali e nazionali hanno compiuto un disastro dopo l’altro, la risposta delle amministrazioni comunali di
Rossano e Corigliano al problema della gestione delle acque è l’ormai celebre depuratore consortile.
Su questo progetto abbiamo espresso fin dall’annuncio forti perplessità: l’idea di portare le acque nere da
Toscano, da Apollinara, da Thurio fino ad Insiti attraverso dei tuboni lunghissimi e venti pompe di sollevamento ci
è sembrata subito una grande, costosa stupidaggine. Dopo aver letto nel dettaglio il capitolato d’appalto ed i vari
allegati (per cui abbiamo dovuto fare richiesta di accesso agli atti) non abbiamo avuto soltanto una conferma
della fragilità dell’idea, ma, conti alla mano, abbiamo capito chi pagherà in toto questa opera inutile.
I cittadini sborseranno fin da subito 145 euro per il cambio del contatore, poi tutte le spese si riverseranno sulla
bolletta che sarà almeno raddoppiata, caricando sulla cittadinanza, tra le altre cose, ben 13 milioni di euro di
remunerazione dell’azienda.
L’opera costerà alle casse pubbliche almeno 43 milioni di euro e questa è l’unica cosa certa, il resto è tutto
astratto ed incerto: verrà depurato massimo il 50% delle acque senza capire che fine farà il resto, non si è capito
come verrà determinata la gestione delle vecchie condotte, si fa riferimento a condotte mai terminate o
allacciate, non si capisce che fine faranno i vecchi depuratori visto che non è previsto un euro per lo
smantellamento e la bonifica (l’appalto invece avrebbe dovuto prevederlo) e tutta una serie enorme di
imprecisioni e sbavature che rendono questo progetto, senza ombra di dubbio, un fallimento alla partenza.
Era questa l’unica strada con cui aggredire il problema della depurazione delle acque? Assolutamente no, ma
guarda caso questa era il più costoso: la classica mega opera con mega finanziamento da gestire, lo scenario
preferito da una classe politica inetta e completamente scollegata dalle esigenze dei cittadini. Si sarebbe potuto
semplicemente ristrutturare e completare la rete fognaria attuale (ricordiamo che pezzi importanti dei due centri
urbani come il centro storico di Rossano o contrada fabrizio scaricano direttamente in mare) e ristrutturare o
integrare gli 8 impianti di depurazione esistenti. Abbiamo calcolato che, mettendo da parte l’idea balorda di un
unico mega depuratore tra Rossano e Corigliano, si sarebbero risparmiati almeno 7,5 milioni di euro tra condotte
e sollevamenti, che potevano essere investiti in miglioramento dei servizi o per diminuire le tariffe ai cittadini.
E noi questa proposta di un sistema di depurazione leggero e periferico la facciamo ormai da due anni, cioè da
quando ci rivolgiamo puntualmente alla Procura della Repubblica per denunciare i sistematici disastri causati
dalle inadempienze di questa classe dirigente, inadempienze che si aggravano con questo faraonico progetto.
Non solo: un sistema funzionante, periferico e leggero, oltre a costare di meno, produrrebbe più posti di lavoro.
Il 15 Dicembre scadrà il termine per l’unica azienda che ha partecipato alla gara (altra singolare caratteristica
degli appalti concepiti dai due comuni) per presentare il progetto definitivo.
Pertanto il Movimento TERRA e POPOLO ha deciso di lanciare, fin da questo fine settimana, una campagna
informativa sul progetto e sulle soluzioni reali al problema dal titolo “La fregatura consortile”, con banchetti in
piazza e dettagliati documenti sul nostro sito a disposizione dei cittadini, con l’obiettivo di informare la
cittadinanza e con la (vaga) speranza che le pubbliche amministrazioni, prima di compiere l’ennesimo disastro,
facciano marcia indietro.
Movimento TERRA e POPOLO