«La politica si attivi al di là dei colori per difendere l’imprenditore calabrese Antonino De Masi e i suoi 150 dipendenti, che diversamente perderanno il lavoro a fine anno, a causa dell’usura praticata da tre banche». Lo afferma la deputata M5s Dalila Nesci, in seguito a una lunga lettera d’aiuto che De Masi ha da poco inviato alle istituzioni dello Stato e della Regione Calabria. La deputata Cinque stelle, promotrice di una commissione parlamentare d’inchiesta contro i crimini bancari, sottolinea: «Il caso De Masi non è di ‘ndrangheta, stavolta. Bisogna spiegarlo con chiarezza. Le sue aziende sono state piegate da tassi d’interesse fuori legge. Oggi l’impresa non ha più liquidità e le banche in questione stanno imponendo il loro potere». «Se le forze politiche – continua la parlamentare – non chiedono alle banche di pagare i danni, si rischia di perdere un’azienda simbolo della resistenza all’antistato. Le conseguenze sarebbero gravissime e aiuterebbero l’espansione della criminalità organizzata, che apparirebbe come l’unica alternativa in Calabria».
Nesci conclude: «Mi unisco, dunque, all’appello di De Masi. Servono i muscoli da parte della politica e, soprattutto del governo. Tutti i parlamentari della Calabria premano, insieme al Movimento cinque stelle, perché a riguardo esca una soluzione vera dal tavolo presso il Ministero dello sviluppo economico».