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La rivoluzione del trasporto pubblico locale

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È di qualche giorno fa l’intervista con la quale l’assessore Musmanno presenta quello che forse è il primo vero tentativo di programma di governo della Giunta regionale, che con esso intende mettere ordine in uno dei settori chiave dell’azione regionale e della vita quotidiana dei cittadini: il trasporto pubblico. Il gruppo di lavoro “Area, Trasporti ed Infrastrutture” di Impresa Calabria, il cui leader è Mimmo Mallamaci, intende porre alcune riflessioni all’attenzione dell’assessore Musmanno.

Il programma parte, ovviamente,  dall’inquadramento normativo, con la proposta di un testo di legge organico di cui si prevede la definitiva approvazione entro il mese di novembre e poi in coerenza con esso delinea le linee di azione volte alla pubblicazione dei bandi di gara europei e all’innovazione del settore, con i servizi a chiamata e il biglietto unico elettronico. Esso inoltre prevede la costituzione di un bacino unico regionale e di un consorzio unico delle aziende di trasporto che riunirebbe gli attuali sei consorzi.

Il progetto è complessivamente brillante e porterebbe la Calabria all’avanguardia. Tuttavia, nell’esprimere generale apprezzamento, non si possono non rilevare significative perplessità e criticità. Intanto preliminarmente in relazione ai tempi previsti per la riforma, che non sembrano compatibili per una rivoluzione di questa portata.

Entrando nel merito di  alcune scelte specifiche come quella dei servizi a chiamata che, sicuramente sono un’innovazione utilissima, possono intendersi solo come servizi aggiuntivi ai già deficitari servizi di trasporto pubblico locale e non come servizi che si sostituiscono ad essi, anche perché la mobilità in alcune aree a domanda debole è quasi integralmente limitata al pendolarismo scolastico, dove evidentemente l’introduzione della flessibilità della “chiamata” potrebbe apportare solo un aggravio. Allo stesso modo il car sharing è uno strumento utilizzabile nelle grandi aree urbane, pochissime candidabili in Calabria, e non può risolvere le esigenze di mobilità se non di una ristretta parte della popolazione, peraltro con costi certamente non sostenibili per la gran parte degli utenti. Sembrano soluzioni che si possono innestare agevolmente su un sistema già soddisfacente, che sicuramente sarà utile introdurre, ma che certamente potranno apportare un contributo scarso o nullo per il pendolarismo scolastico e lavorativo, che invece è il principale aspetto al quale si dovrebbe porre attenzione, in una scala di bisogni di mobilità che non vede soddisfatti neanche quelli primari. Anche l’utilizzo delle nuove tecnologie e del web, indispensabile per restare al passo con il resto dell’Europa, rischia di creare ulteriore marginalizzazione per quelle aree nelle quali vi è una assenza della connettività alla rete internet.

Per quanto riguarda la proposta di referendum popolare per le “metropolitane” e i living lab, va tenuto conto che in un sistema complesso come quello dei trasporti le scelte non possono essere lasciate alle opinioni ma devono essere affidate agli studi di fattibilità e ai modelli di simulazione che in maniera scientifica riproducono le scelte di viaggio e il comportamento degli utenti.

Infine, per quanto riguarda la costituzione del bacino unico, va valutato attentamente se tale strumento continuerà a mantenere lontana l’organizzazione dei servizi dai cittadini e dagli enti locali che per primi e più da vicino li rappresentano, o se per la prima volta per questa regione consentirà di strutturare  in maniera organica la mobilità. Per quanto riguarda l’aspetto correlato del consorzio unico, non si può non partire dalla considerazione che le aziende che costituiscono i sei consorzi attuali hanno mantenuto la loro indipendenza e autonomia, senza alcuna forma di integrazione sostanziale, e quindi senza alcuna ottimizzazione dei costi e dell’offerta di trasporto. Pertanto, sebbene il passaggio al consorzio unico può essere uno strumento di razionalizzazione della spesa, nei fatti e nei tempi indicati potrebbe rivelarsi un salto eccessivo che rischia di costituire un’altra scatola vuota.

Nella tradizione popolare calabrese l’8 dicembre è il giorno in cui si orna l’albero di Natale e per quel giorno l’assessore ha promesso di regalarci la pubblicazione della legge regionale, che costituirebbe uno dei regali da riporre sotto l’albero: speriamo di poterlo scartare.

Efficacia , efficienza , innovazione e monitoraggio ;

Ecco cosa si aspettano i calabresi da questa riforma nevralgica per la qualità della vita dei cittadini ed in questa direzione Impresa Calabria non si stancherà mai di fornire il proprio contributo di idee.