La scomparsa delle api potrebbe causare la fine dell’umanità in 35 anni?
Mar 07, 2016 - Giovanni D'agata
Le api che scompaiono dalla faccia della terra potrebbe essere una vera gioia per
chi soffre di allergie e una vera tortura per gli amanti del miele. Ma il dibattito
va ben al di là di queste due questioni banali. Un rapporto, commissionato dalle
Nazioni Unite e diffuso dalla canadese CBC News, rivela che l’estinzione di questi
insetti potrebbe causare un vero e proprio disastro del mondo ma… perche ‘? Fondamentalmente
perché questi individui “alati” sono responsabili dell’impollinazione di frutta
e verdura sul pianeta; senza di loro, la riproduzione delle piante sarebbe molto
più complicata. Perché sono le API a rischio di estinzione? Il problema è che
molte specie di api selvatiche, farfalle e altri insetti che impollinano le piante
stanno cominciando ad essere a rischio di estinzione. Per essere precisi due di ogni
cinque specie si stanno avviando all’estinzione. Altri animali che giocano un ruolo
nell’impollinazione, anche se un po’ meno, sono i colibrì e i pipistrelli, che sono
in pericolo uno in sei specie. “Siamo in un periodo di declino e noterete le conseguenze,”
ha detto Simon Potts, l’autore principale del rapporto e direttore del centro per
la ricerca dell’Università di Reading in Inghilterra. Le ragioni dell’ estinzione
possono essere molto diverse e vanno dall’uso di pesticidi, la progressiva perdita
dell’habitat selvaggio in favore dell’urbanizzazione, parassiti e patogeni, riscaldamento
globale…Nessun cibo nel 2050? “La varietà e la molteplicità delle minacce per
gli impollinatori genera rischi per persone e mezzi di sussistenza”, riporta il rapporto.
“Se vogliamo continuare a nutrire il mondo durante l’anno 2050, l’impollinatori devono
essere lì per aiutare noi”. Ma questi sono problemi che possono essere corretti
e, contrariamente a quanto accade con il riscaldamento globale, le soluzioni non
richiedono tanto coordinamento tra i paesi. Le soluzioni possono essere locali e
concentrarsi principalmente su un cambiamento del modo di gestire la terra e l’agricoltura.
Un esempio. Uno dei maggiori problemi è che i grandi appezzamenti di terreno agricolo
sono caratterizzati da una singola coltura, con i prati ed i fiori selvatici che
vengono tagliati. Per risolverlo e per evitare che le API non intervengano alle colture,
l’Inghilterra ha riconosciuto un incentivo agli agricoltori per piantare i fiori
selvatici.Per Giovanni D’Agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”,
le api sono patrimonio di tutti, agricoltori, consumatori e cittadini, e si sono
trasformate in uno strumento per interpretare diversamente il mondo che ci circonda.
E così, oltre a dare un apporto economico quali impollinatori, di produttori di
alimenti e di agenti della conservazione ambientale, sono diventate un simbolo della
cultura della non violenza. L’ape è diventata un soggetto politico, un simbolo
di resistenza e di affrancamento dalle prevaricazioni. Rispettare le api vuol dunque
dire rispettare l’ambiente, quindi tutti gli insetti e le altre forme di vita animali
e vegetali. Per queste ragioni diventa importante agire con consapevolezza, quindi
anche scegliere se e come effettuare un trattamento chimico, assumendosi le responsabilità
derivanti dalle eventuali conseguenze sull’ambiente e sulle altre forme di vita.