La storia drammatica nel Reggino. Neonati morti nell’armadio, agli arresti domiciliari la giovane mamma
Ott 09, 2025 - redazione
Stamattina, personale della Squadra Mobile di Reggio Calabria ha eseguito la misura
cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, emessa dal Giudice per le Indagini
Preliminari di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di
una giovane donna reggina gravemente indiziata dei reati di omicidio per soffocamento dei suoi
due bambini appena partoriti, di occultamento dei loro corpi nonché di soppressione di cadavere in
relazione a un ulteriore suo bambino o bambina partorito/a tre anni fa.
La triste vicenda inizia nel luglio dello scorso anno, quando i genitori della giovane hanno
rinvenuto, all’interno di un armadio di casa in località Pellaro di Reggio Calabria, i corpicini senza
vita dei due neonati avvolti in una coperta.
Le indagini immediatamente avviate dalla Procura della Repubblica, e curate dalla Squadra
Mobile, si sono sviluppate partendo dalla visione dei sistemi di videosorveglianza presenti nella
zona, dai quali è emerso come la ragazza fosse sola all’interno dell’abitazione tra le 19 e le 20.30
del giorno 8 luglio, presunto orario del parto e della morte dei bambini.
Altro elemento importante è stato aggiunto dagli accertamenti di natura biologica, effettuati
anche sul materiale organico sequestrato presso il Policlinico di Messina dove la ragazza era stata
sottoposta ad intervento di raschiamento che hanno confermato che i due neonati erano figli
dell’indagata, nati vivi e che la morte era stata causata da soffocamento.
Sono stati poi ascoltati i familiari, ignari di quanto accaduto tra le mura domestiche, che
hanno fatto emergere la circostanza di un ricovero della figlia presso il G.O.M. di Reggio
Calabria, risalente a poco tempo prima del ritrovamento dei neonati, a causa di una forte
emorragia. In relazione a tale episodio, la giovane aveva lamentato soltanto un generico malessere
fisico, negando categoricamente di essere mai stata incinta.
Il quadro indiziario, fatto salvo il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva di
condanna, è stato completato dall’analisi dei messaggi scambiati tra la donna ed il fidanzato,
indagato per favoreggiamento personale, nel corso degli anni.
Emerge, inoltre, come la giovane coppia abbia già vissuto identica situazione nell’anno 2022,
con forti disaccordi tra i due circa il fatto di tenere o meno il figlio, fino al mese di agosto, data in
cui la donna avrebbe partorito e soppresso il corpo del neonato appena partorito.
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Nel corso dell’operazione, la Squadra Mobile, con l’ausilio di unità cinofile specializzate (cani
molecolari) e di un georadar, ha eseguito un decreto di perquisizione negli immobili di dimora
dell’arrestata e del fidanzato nonché nei cortili, nei giardini e/o nei terreni comunque nella
disponibilità dei medesimi o dei loro prossimi congiunti, finalizzato al rinvenimento di ulteriori
resti umani eventualmente riconducibili al neonato/a partorito/a nel 2022.