«Le ingiurie sono molto umilianti per chi le dice, quando non riescono ad umiliare chi le riceve», da questa frase di Karr, vogliamo dire ad alta voce e con dignità che noi ciò non l’abbiamo mai fatto, né abbiamo motivi per sentirci umiliati. Soprattutto da chi elargisce livori, turpiloquio e scostumatezza, ma anche da chi fa lezioni di moralità, quando invece la sua anima morale è simile a quella della carcassa di una carogna. Noi non siamo avvoltoi, non ci cibiamo di carogne, scriviamo perché sappiamo scrivere con le nostre idee e i nostri umili mezzi, non “lecchiamo”. Noi non chiediamo, non sappiamo chiedere, noi raccontiamo. Non scopiazziamo né ci facciamo scrivere gli articoli né tantomeno montiamo sceneggiate napoletane in tragedie greche per mera visibilità o magari per tentare di avere un beneficio lucroso. Sappiamo scrivere frasi di senso compiuto senza l’intervento propizio di nessun miracolo, ovvero noi non siamo quelli che prima scrivevamo malissimo e sgrammaticato, e poi di colpo diventiamo “illuminati” anzi, “miracolati” della comunicazione. Come qualche (pseudo)giornalista, il quale nei suoi pezzi (conservati gelosamente in memoria), confondeva sempre, un verbo con una congiunzione (e questa è solo una minima parte).
Noi non chiediamo ai Comuni finanziamenti per “cortometraggi” a mo di genuflessioni, e se poi non ce li concedono, sputiamo tutto il livore tipico da isterismo mestruale e li denigriamo finanche per mafiosità. Non siamo i detrattori di Taurianova, amiamo la nostra città! Non amiamo buttare fango su di essa né su chi la amministra per partito preso. Noi scriviamo cronache e pensieri, e lo facciamo solo ed esclusivamente per amore di verità. Né pubblichiamo curriculum per dire che noi siamo e gli altri non sono nessuno, quando poi Taurianova ha il vantaggio dei piccoli paesi, ossia che ci conosciamo tutti. Ecco, ci faccia il piacere! Noi, seppur viviamo e condividiamo le nostre idee in “un’anticamera del cesso”, lo facciamo senza chiedere niente a nessuno. Non chiediamo soldi né finanziamenti provinciali, nemmeno un euro, anzi, nemmeno “10mila euro” con “determinazioni” provinciali, e magari hanno pure un numero di registro (settore n. 184 del 14/12/2015). Non potremmo mai farlo, visto che non vendiamo fumo né possediamo “bollini” senza statuto né sostanza. Né abbiamo paura di denunce o querele, abbiamo ogni “pezza di appoggio” ad ogni occasione, magari tirando fuori altri atti, altri finanziamenti. Chi lo sa!? Le lezioni morali le respingiamo da chi non sa cos’è la morale, da chi non sa cosa sia un cielo stellato e magari quelle stelle le conta solo per trarre profitto.
Le “frecce avvelenate” non sono le nostre, ma di chi le lancia, noi le spezziamo. Come non ci appartengono le romanzate napoletane e gli scenari surreali fatte di insidie, “assassini”, estremisti peggio dei fascisti di una volta (magari cari all’inquisitore ad orologeria ed a convenienza, solo per visibilità e chissà per quali altri “labirinti” mentali). A noi lo stocco piace, quello cucinato in tutte le sue forme, ma c’è a chi piace solo l’acqua, quella che puzza. Noi amiamo gustare l’essenza del sapore perché la nostra coscienza, la nostra anima se la può permettere. Si parla molto spesso nei tweet di “letterati” da tastiera e di “vipere” che sputano veleno per poi rigirare le colpe agli altri del proprio “sputo”. Se c’è una cosa che non ci ha mai toccato è stato lo sputare veleno nè quella di essere accusati, ad esempio in un social, da ex amici di “campagna”, di vivere in “uno show virtuale per cabarettisti e pastori”. Come nessuno mai ci rinfaccerà di averci dato qualcosa perché “si è in difficoltà”, e nessuno ci ha “trovato televisioni” per divertirci o far finta di essere “direttori di qualcosa”, né abbiamo chiesto “soldi per i neri”.
Noi non potremmo mai essere “sbranati” da questa povera gente arrivata sui barconi. E poi, non abbiamo velleità di candidature politiche né li avremo a “60 anni”, a quell’età si va quasi in pensione, non di fare i deputati, e che diamine! Noi non faremo nomi di chi ci disprezza e non perde tempo per denigrarci con una velenosità senza precedenti. Non se lo merita, per noi rappresenta il nulla mischiato con il niente. Non ci interessa la sua isteria. Non capiamo invece, cosa spinge altri, giornali e non, a dare confidenza a questi personaggi dannosi per gli altri e per se stessi. Siamo sempre presenti e disponibili ad ogni delucidazioni a terzi.
Infine, quello che scriviamo lo facciamo con il nostro pugno, con le nostre dita e non siamo i mandanti di chi butta fango sugli altri sol perché non abbiamo il coraggio di scriverlo noi, oltre al fatto che non sappiamo nemmeno cosa sia la vendetta. Le persone moralmente corrette hanno l’umiltà come loro forza e non l’arroganza della vendetta ed il livore isterico. A chi si comporta in questo modo consigliamo, per un attimo, ma solo per un attimo, di guardarsi allo specchio e dal profondo del suo cuore di provare un po’ di vergogna! Ci chiediamo una cosa però, ovvero, cosa provate di così gioioso a rovinare l’immagine di una città e di chi la amministra? Quale mistero camuffato da giornalismo spicciolo che cavalca solo il peggio, può arrivare a fare questo? La trasparenza è anche figlia della coscienza nitida da cattiverie, pettegolezzi, livori ed opportunismi.