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Lamezia Terme: è polemica dopo l’autosospensione di Forza Italia

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La dichiarazione del coordinamento cittadino di Forza Italia e della consigliera Carolina Caruso di poche ore fa certifica quello che ho dichiarato pubblicamente già dalla prima seduta della nuova consiliatura: finiti i toni trionfalistici e archiviata l’armata brancaleone delle 9 liste della campagna elettorale, esplodono le conflittualità e le contraddizioni di una maggioranza senza una guida e senza una prospettiva politica, che più passa il tempo più continua a disgregarsi e a tradire le attese delle forze politiche e civiche che hanno sostenuto e determinato la vittoria di Paolo Mascaro.

Lamezia non merita tutto questo! La terza città della Calabria non può essere paralizzata dall’atteggiamento di un Sindaco che ancora una volta si trincera dietro ragionamenti “tecnico- giuridici” e dimostra la sua incapacità politica nell’affrontare il vero nodo della questione: la maggioranza che sostiene Paolo Mascaro, dopo soli sette mesi, continua a perdere pezzi. Lo dimostra proprio la dichiarazione di Forza Italia nel quale non solo si annuncia l’autosospensione dalla maggioranza della forza politica che alle ultime elezioni è risultata la più  votata in città – fatto già di per sé clamoroso – ma si gettano ombre e sospetti sulle spiegazioni fornite dal Sindaco in merito alla vicenda sollevata dal consigliere Gianturco riguardo agli eventi natalizi.  Il Sindaco non convince più la sua maggioranza? Le forze politiche non condividono più l’impostazione politica dell’amministrazione Mascaro? Se è così, come si denota dall’ultima dichiarazione di Forza Italia, altro che difese in stile azzeccagarbugli manzoniano: Paolo Mascaro deve un chiarimento politico alla città e al Consiglio Comunale!!

Sono ormai sette mesi che assistiamo a un’esperienza di governo segnata da una perenne tensione all’interno della maggioranza, che incide negativamente sull’attività amministrativa e che produce sempre più malcontento anche in tanti ambienti della città che avevano creduto in Paolo Mascaro e nel progetto civico nato intorno alla sua figura. Una delusione generale, per un’amministrazione incapace di progettualità e ripiegata sull’ordinario, con assessori poco incisivi e poco presenti sul territorio.

Prima la scelta di escludere dalla giunta la componente centrista, rappresentata dall’Udc, che aveva contribuito alla vittoria di Paolo Mascaro, mentre si assegnavano deleghe come quelle delle politiche sociali e poi della cultura a un rappresentante di “Mtl – Noi con Salvini”, due settori fondamentali della vita della  città in cui in queste sette mesi abbiamo registrato solo disagi e malcontento. Poi l’odissea del primo consiglio comunale, con la logorante seduta di 10 ore per l’elezione del Presidente del Consiglio, che ha visto figure di primo piano della maggioranza costrette a fare un passo indietro per evitare l’irreparabile, con il Sindaco “costretto” a minacciare le dimissioni per placare gli animi dei suoi consiglieri. Poi l’occupazione da parte della maggioranza di tutte le presidente delle commissioni consiliari, un’arroganza istituzionale che ha rappresentato un vulnus democratico della nuova consiliatura. E infine, solo tre mesi fa, abbiamo assistito a una imbarazzante operazione che ripropone il peggio della vecchia politica, con 6 consiglieri della maggioranza, di cui 5 eletti in Forza Italia e uno nella lista “Paolo Mascaro Sindaco”, passati al gruppo Cac che fa riferimento all’onorevole Pino Galati e a Denis Verdini. Cambi di casacca e giochi di potere che hanno determinato una situazione politica paradossale: il partito più votato in città, Forza Italia, non esprime più né il Presidente del Consiglio Comunale né assessori in giunta,  in quanto sia il presidente De Sarro sia l’assessore Cardamone hanno lasciato Forza Italia obbedendo ai diktat di Galati. Dopo soli tre mesi, abbiamo assistito a consiglieri comunali eletti in una lista creare un nuovo gruppo consiliare: ci aspettavamo il cambiamento, ci ritroviamo i “verdini” e i “scilipoti” in salsa locale. Ci aspettavamo l’ “uomo di nessuno e senza padroni” , ci ritroviamo con Galati che, numeri alla mano, potrà fare il buono e il cattivo tempo dell’amministrazione Mascaro.

Se aggiungiamo i dardi infuocati a mezzo stampa tra il capogruppo di Lamezia Unita Muraca e Galati, possiamo dire che la misura è colma: il rinnovamento annunciato da Mascaro si è arrestato di fronte ai peggiori teatrini della vecchia politica, mascherato a dovere con sagre, feste e tagli di nastro di opere “ereditate” dalla precedente amministrazione.

E cosa dire di quanto avviene quotidianamente nelle commissioni consiliari in cui non c’è giorno in cui i provvedimenti della giunta vengono aspramente criticati e rispediti al mittente. A questo punto, il Sindaco non può continuare a trincerarsi dietro le norme o i cavilli giuridici, come se lui fosse al di sopra delle parti o non avesse nulla a che fare con chi l’ha sostenuto. Non può continuare, come ha fatto fino ad oggi, a richiamare pedantemente le sole prerogative di legge: manca la guida politica. Quella guida politica che avrebbe dovuto pesare soprattutto sulla nomina del Presidente del Consiglio e su quella dei presidenti di commissione. E invece un atteggiamento pilatesco, i cui effetti sono sotto gli occhi di tutti.

Il Sindaco deve un chiarimento politico su ciò che sta avvenendo nella  sua maggioranza. Lo deve ai consiglieri comunali, lo deve alla città. Una città già stanca di un rinnovamento soltanto urlato ma mai attuato. Aldilà dei convenevoli di facciata: urlare e criticare è facile, fare fatti e amministrare è tutta un’altra cosa.