“Se non fosse stato per l’infelice ed offensiva ‘stonatura’ che si commenta da sola non avrei dato molto peso, ritenuto, peraltro che, compreso il sottoscritto, credo il comune cittadino abbia capito ben poco di quanto contenuto dal ‘comunicatore'”
L’avvocato Francesco Comi risponde al suo collega Oreste Romeo
“Se non fosse stato per l’infelice ed offensiva ‘stonatura’ che si commenta da sola non avrei dato molto peso, ritenuto, peraltro che, compreso il sottoscritto, credo il comune cittadino abbia capito ben poco di quanto contenuto dal ‘comunicatore'”
Riceviamo e pubblichiamo:
In relazione alla nota sulla falsariga degli ‘slogan ad effetto’ inviata ‘a mezzo mondo’ (Obama e Merkel dove li mette?) dal personaggio che, a differenza del maldestro e stonato riferimento al sottoscritto quale ‘solista’ del mondo professionale reggino, appartiene, al contrario, notoriamente ad un ‘coro’ di orchestra stonato, mi corre l’obbligo replicare.
Anzitutto, si informi… parafrasando il grande Totò. E poi, suvvia, chi scrive, nel bene e nel male, a torto o a ragione, ci ha sempre messo la faccia, nè le manda a dire. Nel mentre, il succitato personaggio, divenuto improvvisamente ‘noto’ quale professionista del mondo professionale reggino, in età alquanto matura, per ‘miracoli ricevuti’, blatera ed assurge a giustiziere a mezzo di comparsate e per interposte persone.
Se non fosse stato per l’infelice ed offensiva ‘stonatura’ che si commenta da sola non avrei dato molto peso, ritenuto, peraltro che, compreso il sottoscritto, credo il comune cittadino abbia capito ben poco di quanto contenuto dal ‘comunicatore’. Invero il proprio pensiero si è limitato ad un’analisi critica e non certamente offensiva nei confronti del sindaco Arena, che non necessita di siffatte difese d’ufficio, interpretando il pensiero della quasi totalità della città che certamente non si sente rappresentata dal ‘carneade’ estensore della nota. Se leggesse bene i quotidiani, anche nazionali, seguisse i dibattiti televisivi e facesse uso di qualche buon libro di storia reggina, capirebbe che non si tratta di ‘generazioni’ bensì di ‘modus vivendi ed operandi’, e come la critica del ‘solista’ sia in ottima compagnia.
E’ da chiedersi cosa abbia non capito o finto di non capire, (propendiamo per la prima ipotesi). Si ribadisce, il Consiglio dei Ministri (non del condominio) non ha inteso ‘sciogliere’ la città (proviamo a telefonare alla Cancellieri?). Cosa ci azzecchino i cittadini, governati e non governanti, solo il nostro ed il ‘coro’ d’orchestra lo sanno. Infine un riferimento storico significativo: allorchè scoppiò la tangentopoli reggina nessuno si sognò di proclamare la ‘vergogna’ e lo ‘stato di calamità’ della città. Se vergogna vi fu, fu quella degli allora protagonisti (comunque alla fine uscitini indenni). Buon segno? Si consoli…
Te capì…detto alla lumbard, in quanto il concetto appariva ed appare del tutto elementare e di comune consenso, tranne che per gli addetti ai lavori, invero, loro, scollegati da quella realtà che si finge di non conoscere e volere ignorare, sotto gli occhi di tutti.
Avv. Francesco Comi