Italia Nostra Reggio Calabria accoglie con rinnovata speranza la notizia che martedì della settimana scorsa il tema “Ferrovie taurensi”, unitamente a quello delle tratte a scartamento ridotto della Sila, sia stato presentato in audizione alla Commissione trasporti della Camera dei Deputati dall’assessore regionale ai trasporti Musmanno e dal direttore generale di Ferrovie della Calabria S.r.l., Lo Feudo.
La circostanza è dovuta alla riproposizione del disegno di legge sulle ferrovie turistiche, che presto sarà presentata in parlamento per l’approvazione, all’interno della quale è stato chiesto espressamente l’inserimento delle tratte calabresi.
Per la riapertura delle linee ferroviarie taurensi, la sezione Italia Nostra di Reggio Calabria si batte anni con importanti azioni di sensibilizzazione: “Giornata delle ferrovie dimenticate”; promozione di un protocollo d’intesa nel 2011, insieme ad importanti istituzioni della Calabria; proposizione e supporto nella progettazione di un PISL (Piano Integrato di Sviluppo Locale) sottoscritto da sei comuni attraversati dalle taurensi poi, misteriosamente, andato in fumo al momento della presentazione; organizzazione della visita in Calabria, mirante ad offrire supporto alla progettazione del recupero delle tratte gioiesi, dei rappresentanti di FEDECRAIL – un’associazione inglese che si occupa di promozione e recupero di ferrovie storiche e di turismo ferroviario – Stephen Wigss e Gordon Rusthon, accolti dall’allora Presidente di FdC, Giuseppe Pedà e dai vertici di Fdc. Un forte impegno che, fino adesso, non aveva prodotto, però, alcun risultato.
Ma, oggi, sembrano aprirsi nuovi orizzonti. L’interlocuzione con la Regione Calabria appare, quanto meno possibile. In un primo incontro, avvenuto subito dopo le loro nomine, tra Italia Nostra e gli assessori Francesco Russo e Roberto Musmanno, si è avviata una fase di ascolto, durante la quale è emerso che le difficoltà relative alla riapertura delle linee non consistano tanto nel recupero dell’infrastruttura quanto nei costi della gestione del servizio per la quale è problematico trovare una soluzione. L’approccio con la regione è proseguito nella riunione che Italia Nostra ha organizzato in occasione della tappa a Reggio Calabria, della IV Maratona nazionale del turismo Ferroviario, edizione 2016 nel corso della quale, Simone Veronese, delegato del Presidente della Regione Oliverio, ha assicurato l’impegno dello stesso a valutare ipotesi di fattibilità rispetto al riutilizzo delle taurensi. Che la proposta di recupero sia stata, poi, presentata in audizione alla Camera, denota una rinnovata attenzione nei riguardi delle storiche linee che fa intravvedere, in tutti coloro che credono nell’importanza della loro riapertura, un possibile spiraglio. In questi giorni, Italia Nostra ha anche registrato l’interesse, del quale intende informare la Regione, dell’Ambasciatore Antonio Morabito, Ministro Plenipotenziario Coordinatore per la Comunicazione e il turismo culturale Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, il quale pone sul tavolo della discussione in merito alle prospettive delle taurensi l’attenzione di una provincia cinese al turismo culturale sviluppabile sulle tratte gioiesi.
Occorre a questo punto pensare seriamente al futuro delle taurensi: sarà un furturo possibile? Potrà riguardare solo l’ipotesi turistica?
Noi crediamo che il recupero delle taurensi rappresenti una grossa sfida per la Piana e il suo entroterra e le sfide, per definizione, richiedono coraggio e convinzione: il coraggio e la convinzione di incamminarsi nella
direzione in cui procedono i Paesi del terzo millennio per i quali l’obiettivo strategico ultimo è la qualità della vita dei cittadini da raggiungersi anche attraverso il trasporto su ferro, nell’ottica della mobilità sostenibile.
Ciò considerato, pur accettando, eventualmente, l’ipotesi turistica che consentirebbe, intanto, di salvaguardare le linee e di garantirne l’esistenza, allo scopo di non precludere alle generazioni future la possibilità di “pensare diverso”, Italia nostra è convinta che il recupero delle taurensi non possa essere immaginato isolatamente e solo nell’ottica dell’incremento dei flussi turistici, ma che occorra considerarlo come elemento di un quadro di insieme che è il territorio della Piana e il suo possibile sviluppo, un territorio demotivato e fermo nelle idee a 50 anni fa che ha subito, nel tempo, una crescita imperfetta, causa di una improvvisa impennata del fenomeno migratorio che la sta nuovamente spopolando, compensato solo in parte dagli arrivi dall’Africa.
Ripensare significa definire la destinazione e la funzione che alle ferrovie interne si intenda dedicare (sociale, ambientale, turistica, di lavoro), analizzare i mutamenti intercorsi in un secolo – le taurensi erano state create con il solo obiettivo di avvicinare le zone interne a quelle della costa e alle ferrovie nazionali – e le conseguenze che gli stessi hanno prodotto nella società e nel territorio. Cambiamenti non sempre dettati da necessità esistenti, ma subiti a seguito delle innovazioni nelle infrastrutture, (porto di Gioia Tauro, aeroporti di Lamezia e Reggio).
Occorre quindi considerare che:
– nella Piana di Gioia Tauro sono cambiate le direttrici del traffico e degli spostamenti delle persone che si muovono quotidianamente in modo imponente verso i centri di attrazione delle realtà produttive sorte tra Gioia Tauro, Cinquefrondi e Rosarno, il porto di Gioia Tauro e San Ferdinando, terminale via terra di una mobilità massiccia derivante dalle attività portuali, che, tuttavia, insieme alle sue zone industriali, è tagliata fuori da ogni tipo di collegamento;
– le città di Gioia Tauro, Rizziconi, Taurianova, Cittanova, Polistena, San Giorgio Morgeto, Cinquefrondi , Palmi e tutta una serie di centri della parte nord della Piana, hanno registrato una notevole estensione degli abitati ;
– sono sorti nuovi attrattori di traffico: i musei archeologici di Palmi, Gioia Tauro, Rosarno, e quello naturalistico di Cittanova, le rinnovate Terme di Galatro, la riscoperta del borgo antico di San Giorgio Morgeto, la realtà dei Parchi in grande evoluzione – il Parco Nazionale dell’Aspromonte, il Parco archeologico di Taureana – e quelli in via di sviluppo di Rosarno e di Oppido Mamertina.
Pertanto, attraversando o lambendo, i due tracciati, buona parte di questi punti innovativi delle attività economiche, turistiche e culturali della Piana, una nuova progettualità per il territorio non può che passare dalle ferrovie Taurensi per un nuovo assetto del sistema di trasporto che si realizzi con un tracciato moderno, tecnologie e mezzi all’avanguatrdia. Un tracciato costituito, dal completamento dell’anello Cinquefrondi- Gioia T Tauro e passante per il porto e le sue zone industriali che, con l’istituzione di nuove fermate, in corrispondenza dei luoghi interessati dall’espansione degli abitati, cancellino finalmente quella idea di una Piana di Gioia Tauro in cui non vi sono collegamenti di alcun genere tra i centri che la costellano.
Progettare il futuro, per le taurenzi significa anche dare valore a quanto, all’inizio del secolo scorso, una società contadina, è riuscita a costruire, pur non avendo le attuali possibilità tecniche ed economiche.
E’ anche questa una sfida.