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“L’Istituzione è la sola interlocutrice dei cittadini”

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Non posso che ringraziare l’impresa che ha vinto la gara per la gestione del palazzo dello sport
pubblico di via Candiano per le preziose precisazioni fornite a me ed alla cittadinanza ed esprimo il
mio modesto apprezzamento per l’azione di solidarietà in occasione dell’alluvione del 12 agosto.
Ritengo tuttavia ci sia un equivoco abbastanza frequente dalle nostre parti: per quanto mi riguarda
l’interlocutore della cittadinanza è l’Istituzione, ed ogni eventuale critica o apprezzamento è rivolto
solo ed esclusivamente a chi gestisce le risorse pubbliche a nome e per conto dei cittadini, non a
chi vince le gare.
Evitiamo, quindi, di confondere i ruoli: non è di certo responsabilità di chi vince una qualsiasi gara
pubblica se l’appalto è scritto bene o male, se il canone è alto o basso o se i servizi richiesti sono
sufficienti o insufficienti. Né è oggetto di discussione l’operato di chi gestisce la struttura.
Nel merito di quanto precisato, solo ed esclusivamente per evitare di incorrere in ulteriori equivoci,
ogni cittadino ed attività produttiva, commerciale o associativa, è costretta a pagare i tributi,
l’energia elettrica, il gas e gli interessi su un mutuo. Pertanto, come è giusto che sia, anche chi
gestisce il palazzo dello sport non fa eccezione, chiunque esso sia.
Il punto semmai, e la critica è esclusivamente nei confronti della Pubblica Amministrazione, è che
molte attività commerciali falliscono, o neanche aprono, perché pagano oltre alle spese enormi
anche un copioso affitto, e ribadisco che chi ha il compito di affidare un bene da 4 milioni di euro
pagato coi soldi dei contribuenti, con palestra pre-riscaldata, rettangolo da gioco, spalti, spogliatoi,
parcheggi ed altro non possa farlo a mille euro al mese, cioè l’equivalente di un affitto di un
modesto locale, e per dieci anni.
Ribadisco, inoltre, che quanto accaduto in questo frangente non riguarda un caso o una
amministrazione, ma rappresenta il modo con cui la classe dirigente degli ultimi trent’anni ha
gestito (e intende continuare a gestire) le risorse pubbliche: essendo state pagate dai cittadini, si
possono dare via anche anche gratis e senza tutelare l’interesse della comunità. Una modalità
ormai inaccettabile.
Amministrare, soprattutto in periodo di grave crisi come quello che stiamo attraversando, significa
assumersi la pesante responsabilità di valorizzare e gestire le risorse pubbliche con equilibrio e nel
massimo rispetto dei cittadini.

Flavio Stasi