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L’orgoglio calabrese, il peperoncino

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Il dott. Amuso espone le proprietà dell’oro di Calabria

L’orgoglio calabrese, il peperoncino

Il dott. Amuso espone le proprietà dell’oro di Calabria

 

 

Il suo nome scientifico è Capsicum, oggi orgoglio gastronomico di tutta la calabria intera, appartiene alla famiglia delle Solanaceae ed è originario delle Americhe.
Il peperoncino è conosciuto fin dall’antichità. Dal ritrovamento di reperti archeologici, si sa con certezza che già dal 5000 a.C., la popolazione messicana conosceva il peperoncino ed era dedita alla sua coltivazione.
Il peperoncino fu importato in Europa da Cristoforo Colombo, nel suo secondo viaggio, risalente al 1493.

Uno dei principali componenti del peperoncino rosso è la capsaicina, da cui dipendono parecchie proprietà benefiche; le altre sostanze presenti sono la capsicina, la capsantina, diversi sali e oligoalimenti naturali, lecitina (contenuta in modo particolare nei semi), olio essenziale e flavonoidi.
Importante ricordare la presenza nel peperoncino rosso della vitamina C, che, tra le sue altre funzioni, ha un ruolo importante nella difesa dalle infezioni.
Le varietà di peperoncino sono molto numerose, qui di seguito elenchiamo le 4 specie più conosciute ed impiegate per uso alimentare:
Capsicum annuum: il nostro peperoncino calabrese, la varietà più piccante, quello messicano chiamato Jalapeno.
Capsicum baccatum: piccantezza media, la sua zona di coltivazione è prevalentemente quella della Bolivia e del Perù.
Capsicum chinense: questa varietà comprende peperoncini tra i più piccanti al mondo, gli Habanero, con una forma arrotondata ed un colore rosso arancione; provengono dal Sud America.
Capsicum frutescens: la varietà più famosa è chiamata tabasco; grazie all’abbondanza di succo che caratterizza questa qualità di peperoncino, con esso si produce la nota salsa che prende il nome dal peperoncino stesso.
Alcuni ricercatori giapponesi ed americani hanno scoperto che il peperoncino rosso potrebbe avere un ruolo importante nella prevenzione del tumore alla prostata.
Da esperimenti condotti su cavie da laboratorio è emerso che i topi che assumevano capsaicina (principio attivo del peperoncino), sviluppavano masse tumorali ridotte dell’80% circa rispetto ai topi che non ne mangiavano.
L’uso regolare di peperoncino rosso, grazie alle sue proprietà antiossidanti, sembra inibire lo sviluppo di manifestazioni cancerose a livello di stomaco.
Naturalmente il tutto deve ancora essere confermato da ulteriori studi e verifiche sull’uomo per poter affermare con certezza quanto sopra.
Particolarmente interessante l’effetto di regolarizzazione della circolazione sanguigna che il peperoncino rosso svolge nel corpo umano unito ad un effetto benefico in caso di infiammazioni.
Se somministrata per via orale, la capsaicina sollecita una secrezione maggiore di enzimi digestivi favorendo appunto il processo digestivo. Sembra, inoltre, che il peperoncino, oltre a favorire la circolazione sanguigna, sia un efficace vasodilatatore, e renda elastici i capillari sanguigni migliora le prestazioni sessuali; si è riscontrato che nelle regioni dove è diffuso il suo uso, malattie come gli infarti, l’arteriosclerosi e l’eccesso di colesterolo siano notevolmente limitate.
In ultimo pare che anche i capelli traggano beneficio dall’uso del peperoncino rosso; infatti una miglior circolazione sanguigna avrebbe effetti positivi anche sulla vita dei bulbi capilliferi.
E’ importante ricordare che come per tutti gli alimenti, non bisogna abusarne rischiando di tramutare un alimento da salutare in dannoso per la nostra salute.

Nel 1912 il chimico americano W.Scoville inventò un metodo per misurare il grado di piccantezza del peperoncino; la misurazione del grado di piccante viene espressa in SU (Scoville Units) che indicano il grado di diluizione in acqua necessario per rendere impercettibile la sensazione di piccante.
In base ai risultati del test, ad ogni peperoncino è stato attribuito, a grandi linee, un grado di piccantezza.
Il valore più basso spetta al peperone o peperoncino dolce: 0-150 SU.
Il più alto spetta invece al peperoncino Habanero Red Savina: 350.000 SU. Per fare un esempio 1 cc di Habanero dopo essere stato diluito in 300 litri d’acqua dà ancora la sensazione di piccante.

Generalmente, quando si mangia qualcosa di particolarmente piccante e non si è abituati, si ha come la sensazione che la bocca vada a fuoco e l’istinto è quello di bere acqua fresca; purtroppo la sostanza che provoca bruciore, la capsaicina, non è solubile in acqua e per questo, dopo aver bevuto, il bruciore resta.
Ecco gli accorgimenti che si possono adottare per alleviare il bruciore del peperoncino:
mangiare mollica del pane, bere latte fresco, assumere olio o superalcolici (senza esagerare) in cui la sostanza piccante si scioglie e la sensazione di bruciore si attenua.