Oggi disagi; manifestazioni e presidi per più equità
Marcegaglia: “No tabù art.18, pronti a riforma”
Oggi disagi; manifestazioni e presidi per più equità
(ANSA) ROMA – “Nessun tabù” sull’articolo 18: “La riforma del mercato del lavoro va affrontata con molta serietà, pragmatismo e senza ideologia”. Lo ha detto, nel giorno dello sciopero del pubblico impiego, la leader degli industriali Emma Marcegaglia chiedendo anche al sindacato “grande spirito di collaborazione e atteggiamento costruttivo”.
L’art. 18 dello Statuto dei lavoratori rappresenta “una norma di civiltà che impedisce le discriminazioni ed esercità una forma di deterrenza per tutti. Un paese democratico e vivile non può rinunciarvi”. Così il segretario generale Cgil Susanna Camusso a Sky TG24, dopo la riapertura sull’art.18 da parte del ministro del Lavoro Fornero.
OGGI SCIOPERO PUBBLICO IMPIEGO – Sciopero nazionale dei lavoratori dei servizi pubblici oggi, indetto unitariamente da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa, per l’intera giornata. In tutta Italia ci saranno presidi e manifestazioni per chiedere “un cambio radicale della manovra nel segno dell’equità”. Giornata di possibili disagi anche negli ospedali per l’adesione di medici e infermieri: a rischio visite specialistiche, esami diagnostici e interventi chirurgici non urgenti, mentre saranno garantite le attività di Pronto soccorso, 118 e gli interventi urgenti. A Roma – fanno sapere le sigle sindacali – in Piazza Montecitorio a partire dalle 9.30, si tiene un presidio nazionale.
Al centro della mobilitazione unitaria, la richiesta di modificare il testo durante l’iter parlamentare per ottenere: una riforma della previdenza che “non sia scaricata sulle spalle di lavoratori e pensionati”; misure che colpiscano “per la prima volta evasione e grandi patrimoni”; una riforma fiscale che alleggerisca la tassazione sui redditi da lavoro dipendente e da pensione; una riqualificazione della spesa pubblica che consenta di trovare le risorse per la crescita; il rinnovo dei contratti; l’eliminazione degli ulteriori tagli alle autonomie locali per difendere il welfare locale e la sanità; una ristrutturazione delle istituzioni centrali e locali che “eviti affrettate operazioni mediatiche e ragionieristiche, come nel caso delle province o degli enti previdenziali (vedi super-Inps), finalizzata a garantire la tenuta occupazionale e a migliorare i servizi.
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