Operazione antibracconaggio portata a termine dagli Uomini del Corpo Forestale dello Stato di Oppido Mamertina alle dipendenze del Coordinamento Territoriale dell’Ambiente di Reggio Calabria che hanno fermato un presunto bracconiere accusato di catturare tordi e fringuelli in località “Palata” del comune di Molochio (RC).
Nell’ambito del servizio antibracconaggio, gli agenti del Corpo Forestale dello Stato, durante un servizio di perlustrazione all’interno del bosco, al fine di verificare l’attendibilità di una segnalazione, hanno fermato un soggetto che viaggiava su un’autovettura.
L’uomo, M.C. di anni 44, nato e residente a Molochio, durante la verifica dei documenti avrebbe manifestato chiari segni di nervosismo e agitazione, al punto da indurre la pattuglia ad effettuare una perquisizione personale e della vettura.
Durante la perquisizione, il personale del CFS ha trovato, sotto il tappetino del sedile anteriore destro dell’automezzo, una busta con all’interno 5 tordi e 2 fringuelli morti.
Inoltre dalle verifiche effettuate unitamente al servizio veterinario è stato accertato che la morte dei volativi è avvenuta per spappolamento della scatola cranica, non è pertanto da escludere l’ipotesi che il soggetto indagato si sia avvalso per la cattura degli esemplari rinvenuti della pratica dell’uccellagione che prevede, una volta che gli uccelli restano impigliati nelle reti, l’uccisione degli stessi in maniera cruenta mediante schiacciamento della scatola cranica con la pressione esercitata contemporaneamente con il pollice e l’indice della mano.
Va evidenziato che ai sensi della legge 157/92 la fauna selvatica è considerata patrimonio indisponibile dello Stato e che come mezzi di caccia sono consentiti esclusivamente: il fucile, l’arco e il falco. Oltretutto la data in cui sarebbe stato commesso il reato coincideva con una giornata di silenzio venatorio, periodo in cui non è possibile esercitare l’attività di caccia. Ad aggravare la posizione dell’uomo il fatto che il Fringuello (Fringilla coelebs) è inserito nell’allegato III della Convenzione di Berna come specie protetta ed è stato escluso dalle specie cacciabili.
L’uomo, è stato quindi deferito all’Autorità Giudiziaria per esercizio di attività venatoria all’interno del Parco Nazionale d’Aspromonte e sono stati inoltre posti sotto sequestro e distrutti gli esemplari di avifauna protetta rinvenuti per palese violazione delle norme per la protezione della fauna omeoterma e per il prelievo venatorio.