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Napolitano: “Secessione fuori da storia e realtà”

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Lega: “Popolo è sovrano quindi sopra il Capo dello Stato”

Napolitano: “Secessione fuori da storia e realtà”

Lega: “Popolo è sovrano quindi sopra il Capo dello Stato”

 

(ANSA) ROMA – “Il popolo è sempre sovrano e quindi è l’unica figura che è sempre sopra il Capo dello Stato”. Lo dice il capogruppo della Lega Nord alla Camera, Marco Reguzzoni, intervenuto stamattina alla “Telefonata di Belpietro” su Canale 5. “Per principio e anche per doveroso rispetto – spiega Reguzzoni – non commentiamo mai le dichiarazioni del Capo dello Stato. Bossi però a Venezia ha fatto riferimento alla necessità che si possa esprimere il popolo, il popolo è sempre sovrano e quindi è l’unica figura che è sempre sopra il Capo dello Stato. Il popolo ha sempre diritto di dire la sua”.
E.LETTA, ATTACCO A NAPOLITANO E’ INACCETTABILE  – “E’ grave e inaccettabile l’attacco della Lega al capo dello Stato. E’ oltremodo inopportuno in un momento drammatico come questo. Il Quirinale sta tenendo unito il Paese che il Governo di Berlusconi e Bossi sta invece portando alla retrocessione”: lo dice il vicesegretario del Pd, Enrico Letta. “E’ proprio l’autorevolezza e il riconosciuto equilibrio del presidente della Repubblica che consentirà al nostro paese di uscire dall’avvitamento della crisi”, conclude.

NAPOLITANO: PER CRESCITA PIATTAFORMA CONDIVISA
Altro che secessione! Di fronte alla crisi occorrono “scelte politiche appropriate”, meditate, ampiamente condivise e, insieme, uno spirito unitario di forte responsabilità nazionale. Giorgio Napolitano rompe così il silenzio che si era imposto da qualche giorno e lo fa per respingere con fermezza le parole d’ordine secessioniste della Lega rilanciate a Venezia da Umberto Bossi. Il “si salvi chi può, la Padania può ” che il quotidiano leghista rilancia a caratteri cubitali nell’edizione di domani, non può e non deve – per il capo dello Stato – essere la risposta alla crisi economica. Gli egoismi non portano da nessuna parte, e così Napolitano torna a rimettere l’accento sulla necessità e sull’urgenza di un pacchetto di misure condivise per rilanciare la crescita “perché se il PIL decresce l’impresa diventa ardua, se non impossibile”.

E’ evidente la preoccupazione del capo dello Stato per il ritardo con cui il governo sta affrontando la ‘fase due’ della manovra anti-crisi, per le fibrillazioni della maggioranza, per le tensioni che impediscono di realizzare a livello politico e parlamentare la convergenza di intenti che, a suo avviso, la situazione richiede. Probabilmente Napolitano ha espresso le sue preoccupazioni anche al ministro leghista Roberto Maroni e ai capigruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, ricevuti oggi separatamente al Quirinale. Poi in serata, mentre a Montecitorio il governo andava ripetutamente sotto, Napolitano è andato a visitare una mostra sulla storia della macchina statale italiana e, su sollecitazione dei giornalisti, ha fatto alcune dichiarazioni pubbliche. “Agitare ancora la bandiera della secessione – ha detto – significa porsi fuori dalla storia e dalla realtà” e molte cose dimostrano che il sentimento nazionale è “profondo” e. c’é la necessità di ricostituire un cemento nazionale unitario, che consenta la massima mobilitazione di grandi energie di cui potenzialmente l’Italia dispone”.

Quanto alla decisione choc, anche se non del tutto inattesa, di Standard & Poor’s di declassare il debito italiano, ha ripetuto, in sostanza, ciò che aveva detto nei giorni scorsi a Palermo e a Bucarest: che “non bisogna farsi atterrire dai dati”, ma guardare la realtà e rimboccarsi le maniche facendo con coraggio le scelte necessarie. Scelte che richiedono che “ognuno assuma le sue responsabilità”. “I dati – ha detto oggi – non rimpiccioliscono il Paese”, non cambiano il fatto che “siamo una grande economia, una società vitale”.

Ma non basta avere queste potenzialità, ha aggiunto “tutto ciò va messo a frutto con scelte politiche appropriate”. Inutile negare, ha detto Napolitano, che stiamo attraversando “una fase molto critica per l’Europa e, specificamente, per l’Italia”, una fase che richiede, scelte, decisioni, correttivi. E’ una situazione difficile da affrontare, ed è inutile sognare di risolverla con “colpi d’ala”. Ciò che occorre, piuttosto, è “un pacchetto, un insieme di misure, un piano pluriennale, una piattaforma meditata che nasca da consultazioni ampie per rilanciare la crescita”, ed “é indispensabile l’impegno comune per arrivare a questo risultato.

A chi invoca la nascita di un governo diverso, in grado di realizzare lo spirito di responsabilità nazionale che anche egli sollecita, Napolitano non si stanca di ripetere che non tocca a lui ipotizzare nuovi governi finché l’esecutivo in carica ha la fiducia del Parlamento.

GIOVEDI’ VERTICE MAGGIORANZA CON BERLUSCONI – E’ in programma giovedi’ alle 14 un vertice di maggioranza a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Alla riunione, che cade nel giorno in cui a Montecitorio si vota l’autorizzazione all’arresto di Marco Milanese, sono stati convocati, oltre al segretario del Pdl Angelino Alfano e ai coordinatori del partito, i capigruppo e i vicecapigruppo del Pdl, ma anche i capigruppo della Lega, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo.

redazione@approdonews.it