Oggi la cerimonia di intitolazione della caserma di Platì al brigadiere Marino
Set 30, 2011 - redazione
Colonnello Angelosanto: “Oggi l’imperativo categorico di noi Carabinieri in servizio é onorare la sua memoria ed il suo sacrificio con l’impegno di dedicare ogni sforzo in favore e per la sicurezza delle comunità, per essere degni della sua eredità morale”
Oggi la cerimonia di intitolazione della caserma di Platì al brigadiere Marino
Colonnello Angelosanto: “Oggi l’imperativo categorico di noi Carabinieri in servizio é onorare la sua memoria ed il suo sacrificio con l’impegno di dedicare ogni sforzo in favore e per la sicurezza delle comunità, per essere degni della sua eredità morale”
Si è svolta oggi a Platì la cerimonia di intitolazione della caserma della Stazione Carabinieri al brigadiere Antonio Marino, Medaglia d’Oro al Valor Civile. Questi:
– era nato a San Lorenzo (RC) il 05.10.1957;
– si era arruolato nell’Arma dei Carabinieri il 18.01.1975;
– dopo aver svolto il previsto corso d’istruzione (dal 18.09.1978 al 20.05.1980 – 31° A.S.) è stato promosso Vice Brigadiere il 18.05.1980;
– ha prestato servizio presso:
. Stazione di Porto S. Stefano (GR) dal 30.06.1980 al 01.10.1983;
. Stazione di Platì (RC) dal 01.10.1983 al 04.02.1988;
. Stazione di S. Ferdinando di Rosarno (RC) dal 04.02.1988 al 09.09.1990;
– è deceduto il 09 settembre 1990 presso l’ospedale Civile di Locri in seguito a gravissime lesioni riportate per l‘esplosione di colpi d’arma da fuoco.
Il 09 settembre 1990 il Brig. Marino si trovava, a riposo settimanale, in abito civile, a Bovalino Superiore, ove assisteva con la famiglia alla festa patronale. Alle 00.40 circa, un killer, giunto a circa tre metri dal Brig. Marino, gli esplodeva contro una decina di colpi di pistola, dileguandosi poi nel buio, profittando della confusione che regnava in paese, anche in considerazione della concomitante esecuzione di uno spettacolo pirotecnico (i botti avevano coperto i rumori dell’esplosione dei colpi). Nel vile agguato furono colpiti sia il sottufficiale (attinto più volte al torace e al ventre) che la moglie attinta al polpaccio sinistro e il figlio di 1 anno colpito al ginocchio destro. Trasportati immediatamente all’Ospedale Civile di Locri:
– il Brig. MARINO decedeva per le ferite riportate alle successive 13.45;
– la moglie, che era al secondo mese di gravidanza, veniva ricoverata e poi giudicata guaribile in 30 gg. sc per una frattura al perone sinistro;
– il figlio di un anno, veniva ricoverato e poi giudicato guaribile in 10 gg. sc per una ferita di striscio al ginocchio destro.
Il 11.02.1993 il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri conferiva, come prima attestazione di merito (alla memoria) al Brig. Marino Antonino un Encomio Solenne con la seguente motivazione:
“COMANDANTE DI STAZIONE IMPEGNATO IN DELICATE ATTIVITÀ INVESTIGATIVE IN AREE CARATTERIZZATE DA ALTA INCIDENZA DEL FENOMENO MAFIOSO, OPERAVA CON ECCEZIONALE PERIZIA, SERENO SPREZZO DEL PERICOLO, E INCONDIZIONATA DEDIZIONE, FORNENDO DETERMINANTI CONTRIBUTI ALLA LOTTA CONTRO EFFERATE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI FINO AL SUPREMO SACRIFICIO DELLA VITA STRONCATA DA VILE AGGUATO. SPLENDIDO ESEMPIO DI ELETTE VIRTÙ CIVICHE E DI ALTISSIMO SENSO DEL DOVERE”.
Il 02.06.1993 il Ministro dell’Interno visto il decreto del Presidente della Repubblica conferiva alla memoria del Brigadiere Marino Antonino la “medaglia d’oro al valor civile” con la seguente motivazione:
“COMANDANTE DI STAZIONE IMPEGNATO IN DELICATE ATTIVITÀ INVESTIGATIVE IN AREE CARATTERIZZATE DA ALTA INCIDENZA DEL FENOMENO MAFIOSO, OPERAVA CON ECCEZIONALE PERIZIA, SERENO SPREZZO DEL PERICOLO, E INCONDIZIONATA DEDIZIONE, FORNENDO DETERMINANTI CONTRIBUTI ALLA LOTTA CONTRO EFFERATE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI FINO AL SUPREMO SACRIFICIO DELLA VITA STRONCATA DA VILE AGGUATO. SPLENDIDO ESEMPIO DI ELETTE VIRTÙ CIVICHE E DI ALTISSIMO SENSO DEL DOVERE”.
Alla cerimonia hanno partecipato i vertici delle Istituzioni Provinciali e Regionali della Calabria, tra i quali il Comandante Provinciale dei carabinieri Col. Pasquale Angelosanto, che ha pronunciato il seguente discorso:
“Autorità, gentili ospiti,
con il permesso del signor Vice Comandante Interregionale Carabinieri Culqualber, Generale Ermanno MELUCCIO, desidero innanzitutto porgere un sentito ringraziamento a S.E. il Prefetto, al Vicario del Vescovo di Locri-Gerace, al Vice Presidente del Consiglio Regionale della Calabria, al Presidente della Provincia di Reggio Calabria, agli Onorevoli Senatori e Deputati, ai signori Magistrati, ai colleghi delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, qui convenuti a testimoniare, con la loro presenza, il riguardo rivolto all’Arma dei Carabinieri e alla comunità di Platì.
Ringrazio il Commissario Prefettizio del Comune di Platì, dott. Massimo MARIANI, per la vicinanza e la disponibilità dimostrate per l’organizzazione di questo evento, e i Sindaci di Bovalino e San Lorenzo per la loro presenza e saluto i Gonfaloni dei Comuni, unitamente a quelli della città di Platì, della Regione e della Provincia.
Un fraterno saluto rivolgo ai delegati del COBAR, ai colleghi non più in servizio dell’Associazione Nazionale Carabinieri e ai rappresentanti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, sempre pronti a condividere i momenti salienti della vita della nostra Istituzione in provincia.
Oggi intitoliamo la caserma, che ospita la Stazione Carabinieri di Platì, al Brigadiere Antonino MARINO, che ne fu comandante. Ai suoi familiari va il mio deferente saluto e in particolare alla madre signora Domenica ARCURI MARINO, alla vedova signora Rosetta DAMA e ai due figli Francesco, frequentatore della Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma e oggi qui presente nell’uniforme di Sottotenente dell’Arma, e Antonino, brillante studente universitario di ingegneria, nell’auspicio che momenti come questo possano costituire motivo di conforto, come è stata la solenne inaugurazione della Piazza Antonino Marino a Bovalino il 25 maggio dello scorso anno.
Un riverente pensiero rivolgo ai caduti dell’Arma nell’adempimento del dovere, tra i quali ricordo gli Appuntati Antonino FAVA e Vincenzo GAROFALO, il Brig. Carmine TRIPODI, il Maresciallo Pasquale AZZOLINA, il Vice Brigadiere Rosario IOZZìA e gli Appuntati Stefano CONDELLO e Vincenzo CARUSO, vittime della violenza mafiosa nel territorio di questa provincia.
L’Arma è qui presente dal 1864, allorquando la Stazione venne istituita, alle dipendenze dell’allora Divisione di Reggio Calabria e della Luogotenenza di Gerace, rappresentando da circa centocinquant’anni non soltanto un presidio avanzato di legalità in un territorio che è sovente evocato come una roccaforte della ‘ndrangheta, ma anche un segno tangibile dell’attenzione che le Istituzioni rivolgono alla comunità di Platì e della volontà di riscatto che qui si è materializzata in una moderna e funzionale struttura sottratta ai patrimoni mafiosi, consegnata ai Carabinieri e inaugurata il 15 maggio del 2009.
Di altissimo significato e valore è l’intitolazione della caserma al Brigadiere Medaglia d’Oro al Valor Civile Antonino MARINO, che di questa Stazione è stato comandante dal 1° ottobre del 1983 sino al 3 febbraio del 1988, poi ucciso da ignota mano mafiosa a Bovalino Superiore il 9 settembre del 1990.
Rievocare quello che accadde quella sera di ventuno anni fa, a poca distanza da questo centro, è doloroso ma necessario, perché conservare la memoria dell’Ingiustizia subìta significa affidare il seme della rinascita alle nuove generazioni affinché rifiutino le logiche criminali.
Era da poco trascorsa la mezzanotte, il Brigadiere Antonino MARINO, comandante da oltre due anni della Stazione Carabinieri di San Ferdinando (RC), stava trascorrendo una serata con la famiglia in occasione dei festeggiamenti dell’Immacolata Concezione e si trovava davanti al negozio del suocero ad assistere ai tradizionali fuochi d’artificio con la signora Rosetta, in stato interessante da appena due mesi, e il figlio Francesco di poco più di un anno. Approfittando dei rumori e della confusione della festa, un sicario a volto scoperto, da una distanza di pochi metri, gli esplose contro 10 colpi di pistola, dileguandosi tra la folla; nell’attentato rimasero coinvolti anche la moglie e il figlio, che riportarono lesioni con prognosi rilevanti, mentre il Sottufficiale colpito al torace e allo stomaco, benché sottoposto d’urgenza ad intervento chirurgico, morì poche ore dopo presso l’ospedale di Locri.
Nel lungo percorso giudiziario non ancora conclusosi, il 21 febbraio scorso, il Giudice dell’udienza preliminare di Reggio Calabria, all’esito del rito abbreviato, ha pronunciato sentenza di assoluzione nei confronti di quattro imputati, appartenenti a cosca dominante di questo territorio, richiesti del rinvio a giudizio dalla Procura Distrettuale, ritenuti mandanti dell’omicidio. Ad oggi, il delitto insoluto resta una ferita aperta per l’Arma, che continuerà a impegnarsi – unitamente alla magistratura requirente – per individuarne i responsabili, e per la stessa città di Platì, alla cui popolazione faccio appello affinché non dimentichi il sacrificio del nostro Brigadiere, che ha dato la vita per l’affrancamento di questa collettività dal giogo mafioso.
Il Brigadiere Antonino MARINO fu militare coraggioso, con spiccato senso del dovere e delle responsabilità: dopo un periodo di servizio di tre anni nel grado di Carabiniere presso la Stazione di Chiusa Sclafani nel palermitano, frequentò con profitto la Scuola Allievi Sottufficiali e, nel 1980, promosso Vicebrigadiere, fu trasferito alla Stazione di Arcidosso (GR) e poi alla Stazione di Porto S. Stefano (GR), ove nel 1982 fu promosso Brigadiere. Insoddisfatto di quell’impegno operativo, in piena emergenza sequestri di persona in Aspromonte, chiese di dare il proprio contributo in prima persona e fu assegnato al comando della Stazione di Platì, che resse brillantemente per oltre quattro anni, distinguendosi per capacità e tenacia investigativa, partecipando attivamente a importanti indagini sui sequestri di persona e traffici di droga perpetrati dalle cosche della ‘ndrangheta, tanto da divenire per l’approfondita conoscenza di persone, luoghi e dinamiche criminali, un prezioso punto di riferimento dell’Arma nella provincia e in particolare nella Locride, anche dopo il suo trasferimento al comando della Stazione di San Ferdinando (4/2/1988): infatti, continuò a essere impiegato nelle operazioni sviluppate nel territorio di Platì, ove la sua azione aveva elevato la figura del Comandante di Stazione a simbolo della presenza dello Stato.
I ricordi di chi ha lavorato con lui (molti dei quali sono oggi qui presenti) e di chi lo ha conosciuto sono coerenti con le immagini che lo ritraggono: un uomo risoluto, concreto, umile, sempre in tuta mimetica perché impegnato quotidianamente, alla testa dei suoi uomini, nei servizi di rastrellamento nelle aree più impervie dell’Aspromonte.
Oggi l’imperativo categorico di noi Carabinieri in servizio é onorare la sua memoria ed il suo sacrificio con l’impegno di dedicare ogni sforzo in favore e per la sicurezza delle comunità, per essere degni della sua eredità morale.
Questo è il significato profondo dell’odierna cerimonia, di questo momento che vede riuniti in un ideale abbraccio i familiari del nostro Brigadiere e l’Arma dei Carabinieri, con a fianco le Istituzioni, i cittadini e i giovani delle Scuole di Platì; tutti insieme qui per ricordare il sacrificio di un eroe silenzioso, il cui esempio continuerà a ispirare il nostro agire e ad alimentare i nostri ideali.
Grazie”.
Il rinfresco è stato offerto dal comune di Platì. A palazzo Furore erano presenti anche l’Istituto Alberghiero di Locri che ha confezionato i prodotti provenienti dai beni confiscati dall’associazione LIBERA; il museo della ndrangheta ha realizzato all’interno dello stabile il c.d. percorso della MEMORIA.
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