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“Olio di Calabria”, arriva il riconoscimento IGP

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Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea della domanda di registrazione il percorso dell’IGP “Olio di Calabria” raggiunge un altro, importante e decisivo traguardo; la produzione olivicola regionale – infatti – potrà presto essere valorizzata, commercializzata e soprattutto difesa grazie ad un unico marchio di qualità.
Il nome dell’Indicazione Geografica Protetta «Olio di Calabria» dovrà infatti figurare in etichetta con caratteri chiari e indelebili, dovrà essere indicata l’annata di produzione e sarà consentito il riferimento all’olio ottenuto con produzione biologica.
E’ un traguardo storico anche perché ad essere coinvolta è la produzione olivicola regionale, l’Igp infatti è riferita solo all’olio extravergine di oliva ottenuto da olive provenienti da cultivar autoctone ed in particolare da Carolea, Dolce di Rossano, Sinopolese, Grossa di Gerace, Tondina, Ottobratica, Grossa di Cassano , Tonda di Strongoli, presenti da sole o congiuntamente, in misura non inferiore al 90 %.
Il restante 10 % potrà provenire da cultivar di olive autoctone di minore diffusione: Nostrana, Spezzanese, Santomauro, Dolce di Cerchiara, Tombarello, Ciciarello, Zinzifarica, Galatrese, Tonda di Filocaso, Tonda di Filadelfia, Borgese, Pennulara, Mafra, Vraja, Agristigna, Corniola; nel disciplinare è inoltre previsto l’utilizzo, in virtù della loro funzione di impollinatori, di altre cultivar nazionali, ma in misura non superiore al 3 %.
Finalmente viene riconosciuta l’importanza di un binomio – Olio e Calabria – che ha radici storiche, un presente definito e dinamico, un futuro dove la qualità, la riconoscibilità, la ritracciabilità saranno i punti chiave della commercializzazione e di una più apprezzabile redditività per le imprese.
Come ripetiamo da tempo, e peraltro non solo con riferimento al comparto olivicolo, la Calabria ha la necessità di veicolare la propria immagine di regione a forte vocazione agricola ed agroalimentare, di associare alle produzioni di qualità la storia, l’identità e la narrazione complessiva del territorio, di fare definitivamente sistema superando le logiche della divisione a tutti i costi.
Abbiamo numeri e qualità, ora dobbiamo essere capaci di farli immediatamente riconoscere e metterli a reddito; sull’olio ci siamo quasi, speriamo che in futuro anche per altri prodotti possa esserci il crisma di un marchio unico che tuteli le specificità ma allo stesso tempo superi le differenze di territorio.

Alberto Statti, Presidente Confagricoltura Calabria

Giuseppe Barbaro, Presidente Anga Calabria