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Operazione “Lex Genucia”, sequestrati beni per oltre 1 mln di euro

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Appartamenti, terreni, quote societarie, autovetture e un orologio di lusso ad un imprenditore lametino 

di ANTONIETTA BRUNO

Operazione “Lex Genucia”, sequestrati beni per oltre 1 mln di euro 

Appartamenti, terreni, quote societarie, autovetture e un orologio di lusso ad un imprenditore lametino

 

di Antonietta Bruno

 

 

Due appartamenti siti nella zona turistica di Nocera Terinese, un terzo appartamento, un locale ad uso commerciale quattro terreni agricoli con un fabbricato rurale nel Comune di Lamezia Terme oltre che due autovetture, le quote di una società immobiliare e un orologio di lusso, tutti nella disponibilità di un imprenditore lametino, sono stati sequestrati dalla Guardia di finanza della città della Piana.

Valore complessivo, 1.200.000 euro. Proprietario del ricco patrimonio, un impresario locale già sottoposto, nel novembre scorso, alla misura cautelare in carcere per i reati di usura, estorsione ed esercizio abusivo del credito. Reati questi, emersi nel corso dell’indagine denominata “Lex Genucia” e che impegnò le Fiamme gialle, dal marzo del 2010 al novembre del 2011, in un meticoloso in un meticoloso lavoro di indagine conclusosi con l’arresto di dieci persone. Finirono in manette Bruno Gagliardi (classe ’74) e Francesco Pullia (classe ’49) tutti e due accusati del reato di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria); Francesco Greco (classe ’38) e Bruno Cimino (classe ’63), quest’ultimo impiegato all’Asp di Catanzaro, entrambi accusati di usura e tentata estorsione; Vincenzino Lo Scavo (classe ’57) già in carcere per il processo “Raimbow” e in quel frangente accusato di usura e Adriano Sesto (classe ’74), all’epoca già agli arresti domiciliari per l’operazione “Business Car di Vibo Valentia). Per la stessa operazione, sempre nel mese di novembre, ai primi sei sottoposti alla custodia cautelare nei diversi carceri della regione, si aggiunsero altri quattro indagati ai quali fu invece predisposta la misura degli arresti domiciliari. Si trattava, nello specifico, di Giuseppe De Fazio (classe ’69) già ai domiciliari per furto d’auto e della sua convivente Teresa Ferrise (classe ’58) intestataria del conto corrente bancario per la vendita dei cosiddetti “foglietti”; Ferdinando Greco (classe ’75) e Fabio Zubba (classe ’77).

Ritornando all’ultima misura ablativa, il provvedimento eseguito è stato emesso dal Gip del Tribunale di Lamezia Terme su richiesta della Procura della Repubblica e l’accusa per l’uomo, si fonda sugli esiti di mirati accertamenti patrimoniali, reddituali e bancari svolti dai finanziari sia sulla persona indagata che sui suoi famigliari. Tutte persone che avevano evidenziato una certa sproporzione tra i redditi modesti dichiarati e e l’elevato tenore di vita. Cospicui e quindi oggetto di verifica e controllo, anche i cospicui investimenti effettuati dall’intero nucleo familiare.

Tutti elementi questi, utili ad applicar, in base all’ex art. 321 del codice di procedura penale, il sequestro preventivo dei beni, in relazione alla previsione dell’art. 12 sexies della Legge n. 356/92.

Gli esiti investigativi sono stati pienamente condivisi dall’autorità giudiziaria che ha disposto la misura patrimoniale prevista dalla norma “Confisca allargata”, e che va a colpire tutti i beni rientranti nella disponibilità, anche per interposta persona, di persone condannate per gravi reati. Il tutto senza la necessità di dimostrare l’esistenza del vincolo di pertinenza.

redazione@approdonews.it