Il Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, presieduto dalla dottoressa Rosalia
Gaeta, ha rimesso in libertà Antonio Rettura, difeso dagli avvocati Antonino Napoli
e Alessandro Gamberini.
L’uomo è accusato, nell’ambito del procedimento “Terramara-Closed”, di associazione
a delinquere di stampo mafioso quale partecipe della cosca di ‘ndrangheta Zagari-Fazzalari-Viola.
In particolare, allo stesso si contesta di aver favorito la clandestinità del noto
latitante Ernesto Fazzalari, permettendogli di sottrarsi – fino al momento del
suo arresto – all’esecuzione della pena inflitta dalla Corte d’Assise d’Appello
di Reggio Calabria. Secondo l’accusa, Antonio Rettura facilitando gli spostamenti
del fratello Domenico Rettura – accompagnandolo con la propria auto, per brevi
tratti, nella prima fase del trasferimento, in attesa che venisse “preso in carico”
da altri fiancheggiatori – avrebbe consentito al familiare di raggiungere il rifugio
del Fazzalari per fargli visita e riceverne disposizioni. Per tali motivi Antonio
Rettura è stato sottoposto, nel dicembre del 2017, alla misura cautelare della custodia
in carcere.
In merito a tale vicenda va ricordato che dopo un primo rigetto, da parte del Tribunale
del Riesame di Reggio Calabria, della richiesta di annullamento dell’ordinanza
applicativa della misura custodiale, gli avvocati Napoli e Gamberini hanno proposto
ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione, contestando la logicità del provvedimento
ed evidenziando come il collegio giudicante avesse mancato di considerare alcune
circostanze, già rilevate dalla difesa, che rendevano il tessuto argomentativo dell’accusa
significativamente inficiato nei suoi presupposti. Ad avviso degli avvocati Napoli
e Gamberini l’equivocità della condotta e l’assenza di ogni prova in ordine
ad un ruolo consapevolmente ricoperto dall’indagato, non avrebbero consentito di
motivare, nei confronti del loro assistito, la contestata misura. E la Cassazione,
lo scorso luglio, riconoscendo la fondatezza delle tesi difensive, ha annullato il
precedente rigetto e rinviato alla Corte territoriale per un nuovo esame sul merito;
aprendo, in tal modo, alla possibilità di una rivalutazione più benevola delle
condotte contestate al Rettura.
In effetti, nel giudizio di rinvio, celebrato lo scorso 22 agosto (2018), il Tribunale
reggino, “previa riqualificazione del fatto ascritto allo stato” ad Antonio Rettura
nel reato di cui all’art. 390 c.p., art. 7 L. n. 152/91, ha accolto le richieste
dei difensori, annullando l’ordinanza applicativa della misura cautelare e disponendo
l’immediata liberazione dell’indagato.