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Oppido, la figura di monsignor Blefari al centro del convegno organizzato dal Cif

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Tante le autorità ecclesiali e civili, fedeli e semplici cittadini, che hanno voluto ricordare e rendere omaggio ad una delle figure chiave della realtà diocesana della Piana

di FRANCESCA CARPINELLI

Oppido, la figura di monsignor Blefari al centro del convegno organizzato dal Cif

Tante le autorità ecclesiali e civili, fedeli e semplici cittadini, che hanno voluto ricordare e rendere omaggio ad una delle figure chiave della realtà diocesana della Piana

 

di Francesca Carpinelli

 

 

“Ricco non è colui che possiede, ma colui che dà, colui che è capace di dare”: la significativa frase di papa Giovanni Paolo II rispecchia in pieno il valore dell’iniziativa promossa dal C.I.F. (Centro Italiano Femminile) di Oppido Mamertina per ricordare Monsignor Luigi Blefari, figura-chiave della realtà ecclesiale cittadina e diocesana, padre spirituale del gruppo e instancabile giudice del Tribunale Ecclesiastico Regionale Calabro, rendendo così imperitura la memoria del suo ultrasessantennale ministero sacerdotale e della sua eredità morale e culturale. L’evento, tenutosi sabato al Seminario Vescovile, ha preso il via con la liturgia eucaristica ed è proseguito con un convegno. A fare gli onori di casa è stata la presidente del C.I.F. Rosetta Cuppari che, dopo i saluti iniziali, ha tratteggiato la sua personalità, definendolo “uomo solare, di grande umiltà e dalla straordinaria capacità oratoria”. A dare un resoconto della sua missione educativa nel campo dell’associazionismo femminile è stata la dottoressa Giovanna Ferraro, membro del Consiglio Nazionale C.I.F. “Ha avuto sempre a cuore la condizione della donna-ha spiegato- e, già negli anni ’60, parlava del problema della violenza, anticipando temi oggi attuali, perché osservava la realtà ed era proiettato al futuro”. A passare in rassegna il suo ruolo-guida della comunità oppidese è stato il parroco don Benedetto Rustico. “Da lui abbiamo tante cose da imparare, perché aveva un’intelligenza speculativa e intuitiva-ha asserito-ed è stato il dono più bello che il Signore potesse fare alla nostra comunità”. A mettere in risalto l’aspetto spirituale è stato Monsignor Antonio Morabito, Vicario Giudiziale Aggiunto del Tribunale Ecclesiastico Regionale Calabro. “Monsignor Luigi Blefari è stato l’uomo della preghiera e della contemplazione-ha affermato – ed è stato fedele alla sua vocazione, servendo la Chiesa e gli uomini”. L’incontro, ravvivato da fotografie narranti le fasi salienti della sua vita sacerdotale, è stato arricchito dalle testimonianze della gente comune. Mimma Sgrò, socia del C.I.F., l’ha dipinto come “un giovanotto di 90 anni unico ed originale, un uomo dal linguaggio forbito e semplice, un predicatore eccelso e con grande zelo pastorale”. Giuseppa Ricevuto, una delle sue figlie spirituali, l’ha descritto come “timoniere glorioso, servo buono e fedele che ha speso la sua missione fino in fondo, consumandola come una candela che ha sempre fatto luce”. Mariella Brancati, ex presidente C.I.F., l’ha esaltato “per la tenacia, per gli insegnamenti e per il grande patrimonio di idee e di valori”. Rosamaria Buda, presidente del Coro Polifonico “Maria SS. Annunziata”, l’ ha definito ” disponibile collaboratore nella scelta dei testi e attento ascoltatore dei brani musicali”. Il dottore Francesco Lando, presidente dell’ Avis “G. Mittica”, ha messo in luce “l’enorme potenziale umano e culturale”. Giuseppina Latorre, membro del gruppo “Famiglie consacrate al Sacro Cuore di Gesù”, ha evidenziato “la sua dolcezza e la sua forza”. Infine, la toccante testimonianza della dottoressa Antonella Padovano, una degli 8 nipoti di Monsignor Luigi Blefari, che ha rievocato i bei momenti vissuti insieme, delineando la sua figura nell’ottica della famiglia, definendolo “vitale, energico e sorridente” e ringraziandolo, a nome di tutti, per essere stato “un grande maestro di vita”. Una cerimonia di commemorazione molto sentita che è stata una forte attestazione di affetto per un piccolo grande uomo che, con la sua umiltà, con la sua semplicità e con la sua sofferenza silenziosa, ha conquistato i gaudi celesti e anche un posto particolare nelle menti e nei cuori dell’intera comunità oppidese.

redazione@approdonews.it