Oreste Romeo: “Una campagna mediatica assurda contro Luigi Tuccio. Dalla Divina commedia al De vulgari eloquentia”
Dic 08, 2011 - redazione
Comunità Ebraica, l’ex assessore della giunta Scopelliti ancora al centro delle polemiche
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Oreste Romeo: “Una campagna mediatica assurda contro Luigi Tuccio. Dalla Divina commedia al De vulgari eloquentia”
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REGGIO CALABRIA – Al pari di tantissimi Italiani, anch’io ho avuto modo di seguire la crepuscolare performance che ha segnato la netta involuzione del talento di Roberto Benigni nel corso dello Show di Fiorello.
La cronaca di questi giorni, secondo tecniche ormai ampiamente collaudate ben oltre lo stucchevole parossismo, ci pone al cospetto di una sorta di linciaggio mediatico nei confronti dell’ avv. Luigi Tuccio, apprezzato Assessore all’Urbanistica della Grande Città di Reggio Calabria, cui non si può non ascrivere, con l’onestà intellettuale che non difetta al reggino medio, il merito di proseguire e dare un senso agli interventi della magistratura che nella scorsa primavera hanno interessato la parte non sana della burocrazia comunale di quello stesso settore che ha tenuto sotto un intollerabile giogo diritti ed interessi fondamentali dei nostri concittadini.
Motivo di tale furore mediatico, la defaillance commessa dall’avv. Tuccio nel commentare, in un contesto da lui ingenuamente ritenuto “informale”, una approssimativa ed involuta esibizione di Roberto Benigni.
Il che, ad onor del vero, lascia ampi spazi per ritenere che la situazione confermi i sintomi, più e più volte resi manifesti, della grave ed insopportabile intolleranza, rigorosamente a senso unico, all’insegna della quale un drappello di ineffabili picconatori insegue malcelati propositi di rivalsa di una parte politica che eleva a dignità di sistema lo sfruttamento di ogni e qualsiasi occasione che si presti alla strumentalizzazione, sino ad inevitabilmente sublimarsi nell’abbandono alla pura e semplice demagogia.
L’avv. Tuccio, da gentiluomo qual è, dichiarandosi apertis verbis mortificato, ha prontamente reso pubbliche scuse all’intera Comunità Ebraica, come era giusto che facesse.
La stessa cosa è avvenuta anche nei confronti di Roberto Benigni, nonostante quest’ultimo, mi permetto di rimarcare, avesse vilmente svenduto il suo non più geniale talento ad una demagogia non più attuale, scadendo nella gratuità del dileggio, né più né meno alla stregua di ogni fuor d’opera.
A scanso di improbabili equivoci, e dunque rivolgendomi alle truppe di falsi moralisti, chiunque essi siano, mi sento di dire che con la mia parte politica sono stato fiero nel momento in cui a Roberto Benigni venne riconosciuto l’Oscar per una eccezionale celebrazione dell’Olocausto, nella stessa misura in cui sono fiero di sentirmi anch’io, con la mia parte politica, EBREO ed amico del gentiluomo Luigi Tuccio, noto a tutti per la mitezza d’animo ed il tratto signorile.
Rimango letteralmente sbigottito per l’aggressione mediatica scatenata contro chi ha avuto la responsabilità di esprimere in modo infelice disappunto ed indignazione per una pessima performance da taverna grazie alla quale l’Artista che fu si è solo portato a casa uno scandaloso cachet di € 400.000,00, poi prontamente devoluto (obtorto collo?) in beneficenza.
Eguale sconcerto assale, poi, nel constatare che gli scriteriati urlatori di oggi, gran parte dei quali ostenta al bavero della giacca orpelli clowneschi a guisa di spille, non si siano scandalizzati per l’esosità del compenso preteso ed ottenuto da Benigni, ossia lo stesso “Artista” autore in un passato difficile da dimenticare di una indegna “poesia” dedicata ad un Padre Nobile della Politica che fu il mai troppo compianto Giorgio Almirante.
E dunque, assodato che Roberto Benigni non sbaglierebbe affatto se in futuro si occupasse di altre produzioni dantesche, permettendomi all’uopo di indicargli il “de vulgari eloquentia”, esprimo la mia più affettuosa e sentita solidarietà all’Avv. Luigi Tuccio, la cui figura, per la Grande Città di Reggio Calabria, e per l’intera coalizione di maggioranza che la governa, è la migliore garanzia, in termini di competenza ed onestà, per il trasparente esercizio delle importanti funzioni assegnategli.
Ammettere un errore è sintomo di umiltà ed intelligenza, e non è da tutti.
Quello dell’Assessore Tuccio è stato un comportamento destinato a segnare una netta linea di demarcazione tra chi non teme il confronto rispondendo delle proprie azioni e chi, invece, non consente dialettica alcuna trovando più comodo ricorrere al ben noto…il re non fa corna.
IL COORDINATORE PROVINCIALE DI REGGIO CALABRIA
Avv. Oreste Romeo