banner bcc calabria

Pakistan, attaccato un checkpoint della polizia a Peshawar

banner bcc calabria

banner bcc calabria

Lo scontro a fuoco è durato circa tre ore provocando la morte di 17 miliziani e due poliziotti

di DOMENICO GIOVINAZZO

Pakistan, attaccato un checkpoint della polizia a Peshawar

Lo scontro a fuoco è durato circa tre ore provocando la morte di 17 miliziani e due poliziotti

 

Intorno alla mezzanotte di ieri, circa 100 uomini armati hanno assaltato il posto di controllo della polizia pachistana a Sangu Mera, pochi chilometri a sud-ovest della città di Peshawar, nel nord del Paese.  

«Erano armati di Kalashnikov e di razzi», ha riportato alla Reuters Abdul Jabbar, un ufficiale delle forze di sicurezza pachistane. «Abbiamo respinto con successo il primo attacco – ha proseguito Jabbar – ma loro hanno attaccato ancora e così è iniziato uno scontro a fuoco che è durato circa due ore e mezza». Al termine si sono contate 17 vittime tra i miliziani e due tra la polizia.

L’azione è stata attribuita ai talebani pachistani che si nascondono nelle regioni tribali lungo il confine con l’Afghanistan, e che hanno promesso vendetta per l’assassinio di Osama bin Laden. Da quando il leader di Al Qaeda è stato ucciso nel blitz statunitense ad Abbottabad, lo scorso 2 maggio, gli attacchi dei talebani in Pakistan si sono intensificati e hanno inflitto pesanti perdite alle forze di sicurezza pakistane, che solo pochi giorni fa hanno registrato tra le proprie fila 87 vittime e oltre 100 feriti in un duplice attentato nel distretto di Charsadda, a nord-est di Peshawar. L’escalation di violenza conferma quanto difficile sia il controllo delle zone tribali e quanto alto il rischio che il problema si espanda.

Secondo il corrispondente di Aljazeera Kamal Hyder, a Islamabad «si teme una rinnovata offensiva dei talebani pachistani. Il modo in cui sono capaci di colpire, da Karachi a Peshawar, mostra che sono ancora forti e costituiscono un problema per il governo e le forze di sicurezza pachistane».   Un problema anche per gli Stati Uniti, che al di là dei trionfalismi per l’eliminazione di Osama bin Laden, sanno bene che la pacificazione di quella regione, tanto strategica per i loro interessi, è ancora tutt’altro che vicina. Forse non aveva tutti i torti George W. Bush quando, pochi mesi dopo aver scatenato una guerra “infinita” per catturare Osama, disse che in fondo «bin Laden non è così importante».

redazione@approdonews.it