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Palinodia di un ottuagenario

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Editoriale di Bartolo Ciccardini

Palinodia di un ottuagenario

Editoriale di Bartolo Ciccardini

 

 

È la prima volta che mi succede. Ieri mattina mentre si riuniva la direzione
del Partito Democratico, mi sono messo a scrivere l’editoriale di questo
piccolo giornaletto in cui spiegavo lucidamente ed incontrovertibilmente che
Letta doveva resistere fino alla fine delle tre riforme di Renzi e che Renzi
doveva assicurarsi di prendere la Presidenza del Consiglio dopo una vittoria
elettorale. Con argomenti seri, lucidi ed incontrovertibili.

Dopo, non mi sono più occupato della cosa, perché ho passato l’intero
pomeriggio a parlare del passato della politica italiana con una giovane
studiosa, amica dei miei amici di Berlino. All’improvviso nel tardo
pomeriggio il mio amico Pino Ferrarini mi telefona e mi annuncia che Letta
si è dimesso! Mi chiede spaventato: “Che cosa succede adesso?”. Buona
domanda, a cui sono completamente impreparato.

Ho sbagliato tutte le analisi e non ho capito nulla di quello che stava
succedendo.

Non voglio fare recriminazioni e soprattutto non voglio fare il processo a
Renzi, perché mi sembra convinto di quello che ha fatto. Quando ha detto:
“Ragazzi, niente brindisi, perchè qui rischiamo tutto”, ho capito che merita
rispetto.

C’è un solo argomento che spiega la decisione. Evidentemente Napolitano si è
reso conto che l’attesa prolungata di questi mesi di intensa campagna
elettorale, reiterata da sei mesi di Presidenza europea, non avrebbe potuto
resistere alla febbre eversiva che sta salendo nel Paese. Ed ha decisamente
buttato in acqua il bambino che ancora non sa nuotare.

Non mi preoccupo per Enrico Letta. Anche con la DC i Presidenti del
Consiglio duravano pochi mesi, ma a quei tempi, da buoni contadini, del
maiale non buttavamo niente: tutti restavano utili per una prossima volta.
Ed alcuni come Colombo ed Andreotti sono rimasti utili fino alla fine,
importanti a determinare maggioranze risicate al Senato.

Purtroppo nel PD non è così. Si buttano via i Presidenti del Consiglio ed i
leader con troppa facilità. Ed il nostro augurio per Enrico Letta è che non
si preoccupi molto per l’ingiustizia apparente che lo ha colpito perché,
secondo me, si sono aperte per lui le porte del Quirinale, se tutto andrà
peril meglio.

Ed ora tratteniamo il fiato, perché Renzi dovrà fare un triplice salto
mortale carpiato con avvitamento e senza reti. Dio gliela mandi buona!

Renzi è una grande risorsa. Ha superato bene prove non facili, come fare il
Presidente di una provincia non certo facile, avendo alle spalle un partito
molto difficile ed un elettorato bizzoso.

Dopo di ché ha conquistato un Comune ed è diventato Sindaco di una città
importante e visibilissima. Ricordiamoci che Firenze è una delle dieci cose
che in qualsiasi angolo del mondo si conoscono a proposito dell’Italia,
assieme a Roma, al Papa, al fascismo, alla mafia, a Michelangelo e alla
pizza.

È un buon politico: il discorso che ha fatto quando fu sconfitto nelle
primarie per le elezioni del 2012 è un pezzo da antologia, in cui lui
dimostra di avere la stoffa. Con le primarie del 2013 ha dimostrato di avere
un buon rapporto con l’elettorato e di avere il dono della comunicazione.
Sembra avere molte idee e certamente ha coraggio.

Sarà all’altezza del compito? Glielo auguriamo e soprattutto ce lo
auguriamo. Ma la sua più grande forza è che non ci sono alternative
credibili. Potete immaginare un ritorno di Berlusconi con la maggioranza
assoluta? Potete immaginare che il popolo italiano decida di farsi
rappresentare nella comunità internazionale da Grillo? Potete immaginare una
“Grande Coalizione” nel quadro rovinoso della politica italiana? Questa è la
vera forza di Renzi, a cui auguriamo una splendida vittoria.

Naturalmente avrà le medesime difficoltà che ha avuto Letta ed altre ancora,
accresciute per le inimicizie che susciterà con il suo tentativo. Le deve
aver messe in conto quando ha accettato di rischiare il tutto per tutto, di
entrare in campo, lasciando la panchina, senza avere fatto il necessario
riscaldamento.

E tutte le obiezioni che avevo scritto ieri le metto nel cassetto, fidando
ancora una volta nell’intelligenza politica di Napolitano, che appare sempre
più la bussola necessaria per il nostro burrascoso e notturno navigare.