La fiaccola della legalità e della giustizia ha fatto tappa martedì 5 giugno all’istituto tecnico agrario Einaudi di Palmi. Ad attenderla nell’auditorium insieme agli studenti c’erano la dirigente scolastica Carmela Ciappina, il vescovo Milito, il direttore della Caritas diocesana Vincenzo Alampi, il sociologo Giovanni Garreffa, la referente del progetto “Costruire speranza” Noemi Trimarchi e la direttrice dell’ufficio giustizia minorile Giuseppina Garreffa.
La fiaccola sta girando le 12 diocesi della Calabria e resterà fino a domenica nella diocesi di Oppido Palmi. Il suo passaggio rappresenta un momento di sensibilizzazione, di preghiera e riflessione, ma anche di approfondimento di temi legati alla giustizia e alla legalità. La volontà è quella di costruire insieme alle Caritas diocesane, alle scuole, alle realtà sociali, agli animatori della legalità ed agli animatori del Progetto Policoro, momenti di confronto e di crescita personale e spirituale, facendo emergere le singole differenze e particolarità caratterizzanti ogni territorio.
Il passaggio nella scuola palmese della torcia – realizzata artigianalmente dall’impresa ”Terre al sole”, di Angela Fruci, di Pizzo Calabro, nata dal Progetto Policoro – è stata caratterizzata dal ricordo Sacko Soumayla, il bracciante africano ucciso sabato scorso a San Calogero. «La scuola e la chiesa devono aiutare i ragazzi a credere nel valore della legalità. Per questo – ha detto nel suo intervento la dirigente scolastica – abbiamo avviato una serie di percorsi che favoriscano e promuovano l’inclusione sociale e il valore della legalità attraverso la cultura e la formazione professionale».
L’istituto d’Istruzione Einaudi sta infatti portando avanti un importante protocollo con il Ministero dell’Istruzione e con il Dipartimento Giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia, che han consentito a un gruppo di minori, assegnati ai servizi sociali, di frequentare corsi ed essere coinvolto nelle normali attività scolastiche”. «Sono sicura che la strada avviata è quella giusta per raggiungere risultati concreti – ha aggiunto la preside Ciappina – e convincere i ragazzi che è utile lavorare per il bene e che le cose possano cambiare».
«La fiaccola è uno strumento finalizzato ad accogliere la luce – ha detto il vescovo Milito – ci deve essere qualcuno che l’accenda e la alimenta. Tocca a noi fare scoccare la fiamma». Il vescovo di Oppido – Palmi ha coinvolto gli studenti attraverso un ragionamento basato sul simbolismo della torcia: «La luce spenta equivale a credere che nulla possa cambiare. Vorrei che nella Piana ci fosse un faro permanente che arda giorno e notte come segno di grande speranza». Nel corso dell’incontro, che è stato moderato dalla giornalista Nadia Macrì, i ragazzi hanno presentato alcuni dei lavori creati nel corso dell’anno scolastico.