L’ex parlamentare di Forza Italia è stato condannato in Cassazione a 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, ma di lui si sono perse le tracce
Pena definitiva per Matacena, ma si è reso latitante
L’ex parlamentare di Forza Italia è stato condannato in Cassazione a 5 anni e 4 mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, ma di lui si sono perse le tracce
REGGIO CALABRIA – L’ex deputato Amedeo Matacena, condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa, risulta irreperibile. Le forze dell’ordine che sono andate a cercarlo per notificargli l’atto per l’esecuzione della pena non lo hanno trovato né a Reggio Calabria, né a Roma, né a Montecarlo dove risulta risiedere. Notizia confermata in ambienti investigativi. La condanna per Matacena è divenuta definitiva con la sentenza della Cassazione del 6 giugno scorso. Imprenditore, figlio dell’omonimo armatore noto per avere dato inizio al traghettamento nello Stretto di Messina, Matacena é stato deputato per due legislature, tra il 1994 ed il 2001, con Forza Italia. L’ex parlamentare era stato coinvolto nella maxi inchiesta “Olimpia” dei primi anni ’90, quando furono ricostruiti dalla Dda di Reggio molti eventi criminali, tra cui un centinaio di omicidi, ed i rapporti ‘ndrangheta-politica in città fin dai primi anni ’80. Matacena, nel 2010, dopo la condanna in primo grado, era stato assolto dalla Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria, sentenza che era stata appellata dall’avvocato generale dello Stato Francesco Scuderi. La Suprema Corte, accogliendo il ricorso, aveva disposto il rinvio ad altro collegio. E la Corte d’assise d’appello, il 18 luglio 2012, con una nuova sentenza, lo aveva condannato. Amedeo Matacena era accusato di avere richiesto l’appoggio elettorale dalla cosca Rosmini, ma la sua presenza, secondo l’accusa, era stata segnalata dalle forze di polizia anche in cerimonie nuziali a rischio, tra cui quella di uno dei figli del boss di Sinopoli, Carmine Alvaro, detto “u cupertuni”.