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Pensione consiglieri regionali, l’altolà di Oliverio e Irto

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REGGIO CALABRIA – Malumori nelle stanze della politica calabrese in merito alla proposta di legge per riconoscere una pensione ai consiglieri regionali. L’idea porta la firma di una nutrita schiera di consiglieri di tutti gli schieramenti. Primo firmatario della proposta di legge che prevede pensione e una sorta di Tfr per i consiglieri è Mimmo Battaglia (Pd), mentre a seguire ci sono Giuseppe Aieta (Pd), Giovanni Arruzzolo (Ncd), Domenico Bevacqua (Pd), Arturo Bova (Democratici progressisti), Francesco Cannizzaro (Casa delle libertà), Francesco D’Agostino (Oliverio presidente), Mauro D’Acri (Oliverio presidente), Baldo Esposito (Ncd), Giuseppe Giudiceandrea (Dp), Giuseppe Graziano (Cdl), Orlandino Greco (Op), Michele Mirabello (Pd), Ennio Morrone (Forza Italia), Sebi Romeo (Pd), Antonio Scalzo (Pd), Franco Sergio (Op), Giuseppe Neri (Dp), Giovanni Nucera (La Sinistra) e Vincenzo Pasqua (Op).

A porre un freno alla proposta è stato, dopo i malumori registrati in giornata, il presidente della Regione, Mario Oliverio, che con poche righe ha chiuso all’ipotesi: “È una proposta inopportuna e non condivisibile. Lo sforzo di governo che stiamo sostenendo – ha affermato il governatore – è rivolto a sollevare le sorti della Calabria e a tutelare i diritti dei calabresi, a partire dai disoccupati e dai senza reddito. Questa proposta è distorcente e serve solo ad alimentare le trombe del populismo e dell’antipolitica. Per questo ne ho chiesto l’immediato ritiro. Mi auguro che non arrivi in aula, altrimenti sarò costretto a porre, per la prima volta, la fiducia”.

Netta chiusura anche del presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto: “Rifiuto un’interpretazione notarile della funzione di presidente del Consiglio regionale. Ed è per questo – ha aggiunto – che, pur rispettando le prerogative dei colleghi consiglieri, non considero prioritario né utile il progetto di legge sul trattamento pensionistico degli eletti. Questo progetto di legge a mio avviso deve cedere il passo dinanzi alle ben altre emergenze che contraddistinguono la realtà socio-economica calabrese. Il lavoro delle Commissioni e dell’Aula – ha concluso Irto – va concentrato sui tanti problemi che attanagliano il nostro territorio”.

Il presidente della Commissione regionale antindrangheta Arturo Bova, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

 “Il vespaio di polemiche sollevato dalla proposta di legge sul sistema previdenziale  che i consiglieri regionali dovranno adottare, mi spinge ad un chiarimento, magari non richiesto ma che sento necessario.

Ho sottoscritto la proposta (sì, forse in maniera troppo frettolosa e su un testo sottopostomi per la firma nell’aula del Consiglio e durante i lavori della seduta del 27 gennaio c.a.), ma questo non significa che non rimanga saldamente dell’idea – e lo farò valere in ogni sede utile – che mai e poi mai ci possano essere dei vitalizi per i consiglieri regionali. Chi mi conosce, sa perfettamente quale sia sempre stata la mia posizione sull’argomento di netta avversione”.

“La proposta, come ha spiegato il collega Giudiceandrea, riguarda  l’esigenza di adottare un sistema previdenziale che ad oggi i consiglieri regionali calabresi, unico caso in Italia, non hanno. Tuttavia, il testo necessita di una discussione tanto in commissione quanto in consiglio proprio perché presenta degli aspetti su cui dovremo confrontarci, come l’assegno di fine mandato previsto dall’art. 9 del disegno di legge. Proprio questo è, ad esempio, un aspetto del testo su cui sono assolutamente contrario”.

“La presentazione della proposta – prosegue Arturo Bova – si è resa necessaria per prevenire sanzioni per la mancata contribuzione, visto che il sistema previdenziale è stato abolito nella precedente legislatura. Del resto, al momento della mia sottoscrizione mi era stato detto che era una proposta di legge diretta ad adeguare il sistema previdenziale dei consiglieri regionali della Calabria a quello dei consiglieri delle altre regioni (insomma, mi era stato presentato quasi come un atto dovuto). In ogni caso è palese l’esigenza di un serio approfondimento sul tema grazie al quale chiarirne tutti gli aspetti”.

“È evidente come  si tratti di un testo assolutamente non urgente, la cui discussione, ora, rischierebbe di rinforzare il vento dell’antipolitica. Condivido allora pienamente le perplessità sull’inopportunità politica della proposta espresse dal presidente Oliverio e dal presidente del Consiglio regionale Irto, tanto che ho già provveduto a presentare istaanza per il ritiro della firma apposta. Per quanto mi riguarda la discussione sulla legge può fermarsi qui in attesa che tutti gli approfondimenti vengano effettuati e si chiariscano gli effetti della sua eventuale approvazione”.