In questi giorni il parlamento europeo, autorizzando l’ingresso di 35mila tonnellate l’anno in più di olio proveniente dalla Tunisia senza dazi doganali, ha approvato una norma che va a penalizzare fortemente tale patrimonio – a dichiaralo è Giuseppe Perri, dottore agronomo e dirigente del movimento L’Italia del Meridione.
In una realtà come quella calabrese dove l’economia olivicola è una speranza e una realtà economica concreta che coinvolge sia i piccoli che i grandi produttori, ciò ha scatenato l’ira dei contadini che insieme alle organizzazioni sindacali sono scesi in piazza per protestare contro il falso made in Italy e per la difesa delle eccellenze italiane.
In realtà di fronte ad una norma che avrà delle conseguenze cosi dannose, non basta scendere in piazza, fare barricate con i trattori, ma occorre essere uniti e presenti ai tavoli istituzionali dove spesso siamo assenti o scarsamente rappresentati, a difesa degli interessi del settore. Infatti, il danno non è solo economico, ma anche sociale, in quanto la disponibilità di mano d’opera a basso costo dei paesi nord africani, danneggia l’economia nazionale offrendo in prodotto più competitivo.
Tale norma non aiuta i produttori tunisini, fa male a quelli italiani e rischia di aumentare le frodi e i danni per i consumatori, rappresenta perciò un rischio concreto in un anno così importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale.
Uniamo perciò il mondo agricolo contro tutti per difenderlo e per potenziarlo, sapendo che la sofisticazione va perseguita e sconfitta promuovendo a livello territoriale aggregazioni di produttori e creando filiere territoriali.
Ricordiamo inoltre, che la Calabria è al secondo posto tra i maggiori produttori di olio d’oliva italiani con una produzione di circa 1.660.559 quintali, pari al 21,2% di quella nazionale. Tali dati, notevoli, fanno intuire l’importanza che la produzione di olio di oliva ha per l’economia calabrese.
Più di 1.110 sono i frantoi presenti in tutta la regione, che estraggono l’olio prevalentemente per pressione, la produzione di olio extravergine di oliva calabrese vanta alcuni oli di eccellenza, a denominazione di origine protetta, quali l’olio extravergine di oliva Alto Crotonese DOP, l’olio extravergine di oliva Bruzio DOP e l’olio extravergine di oliva Lametia DOP.
Su una tematica così strategica e rilevante per l’economia del Meridione è indispensabile mettere da parte le bandiere e unire le forze per contrastare tali decisioni che danneggerebbero in maniera basilare l’olivicoltura calabrese, e tutte le aziende presenti sul nostro territorio, che hanno investito e stanno investendo per portare avanti, migliorare, promuovere e incentivare tale settore, attraverso l’attuazioni di filiere e l’integrazione di tutto il territorio, che ad oggi rappresenta uno dei pochi volani per uno sviluppo economico, sociale e promozionale del territorio.
Dottore Agronomo
Giuseppe Perri