banner bcc calabria

Porta la firma di un medico di Taurianova lo studio per curare le fratture del calcagno

banner bcc calabria

banner bcc calabria

Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “M.C.O. – Orthopaedic Medicine and Surgery” il lungo lavoro compiuto dal taurianovese Giuseppe Prete insieme ai siciliani Sabatino Carianni e Antonino Furnari

di TERESA COSMANO

Porta la firma di un medico di Taurianova lo studio sulle nuove tecniche per curare le fratture del calcagno

Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “M.C.O. – Orthopaedic Medicine and Surgery” il lungo lavoro compiuto dal taurianovese Giuseppe Prete insieme ai siciliani Sabatino Carianni e Antonino Furnari

 

di Teresa Cosmano

 

 

E’ il giovane medico di Taurianova Giuseppe Prete, figlio della compianta Isabella Lo Schiavo, uno dei firmatari dell’importante studio sulle nuove tecniche per curare le fratture del calcagno, pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista scientifica “M.C.O. – Orthopaedic Medicine and Surgery”. Un lungo lavoro, durato ben cinque anni, che ha permesso a Giuseppe Prete, Sabatino Carianni di Gioiosa Marea (Me), direttore dell’Unità operativa di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Sant’Agata Militello e del presidio ospedaliero “Barone Romeo” di Patti e Antonino Furnari di Novara di Sicilia (Me), tutti dirigenti medici dell’U.O.C. di Ortopedia e traumatologia del presidio ospedaliero di Sant’Agata Militello, di mettere a punto una nuova tecnica mini invasiva per correggere le fratture del calcagno, un osso molto importante perché rappresenta la base di appoggio del piede al suolo. Gli autori, con il lavoro dal titolo “Le fratture di calcagno: nostra esperienza con tecnica sperimentale”, dopo un breve cenno alla eziopatogenesi delle fratture del calcagno, descrivono la loro esperienza sul trattamento, in particolare in quelle talamiche, con una tecnica sperimentale, mediante riduzione con palloncino e sintetizzandole con “Callos”, cemento biologico, che viene creato al momento dell’utilizzo, miscelando calcio fosfato e calcio carbonato in polvere con sodio fosfato liquido. Gli stessi riportano la tecnica ed i risultati a distanza, su una casistica di 56 su 94 pazienti trattati dal gennaio 2006 al dicembre 2012, con risultati superiori ad ogni attesa. Il follow-up è stato tra i 6 mesi ai 5 anni ed ha permesso di osservare, nella maggior parte dei casi, un ottimo risultato funzionale con piena soddisfazione dei pazienti. Tanto che tale tecnica chirurgica, è stata considerata un’ottima soluzione per il trattamento delle fratture del calcagno.

Prete, Sabatino e Furnari, secondo la loro esperienza, affermano che «tale tecnica mini-invasiva con Calcium Phosfate rappresenta una procedura utile e semplice, realizzabile come primo trattamento delle fratture del calcagno, in modo particolare in quelle con infossamento talamico. Ha il potenziale vantaggio – hanno spiegato – di correggere tale scomposizione, ripristinando la congruità articolare e di fissarla con cemento biologico “Calcium Phosfate”, vale a dire con biomateriale, riducendo il rischio di complicanze legate alla guarigione dei tessuti molli. Inoltre, con tale tecnica, non è prevista alcuna immobilizzazione e si concede il carico libero parziale dopo circa tre settimane. In un caso, per gravi necessità, è stato addirittura concesso dopo tre giorni e non ha dato alcun fastidio. Il follow-up è già sufficiente per evidenziare il rimodellamento del trifosfato di calcio. I risultati clinici ottenuti sicuramente ci convincono ogni giorno di più che questa è la strada da percorrere nelle fratture di calcagno. Ovviamente, in negativo vengono annotati i costi, che, comunque, sono ammortizzati dalla brevità dell’intervento e da una corta degenza ospedaliera (preparazione in pre-ospedalizzazione e ricovero di una notte, vale a dire in regime di Day Surgery). Alla luce di quanto fatto in questi sei anni – hanno concluso i tre medici – riteniamo che tale metodica sia nettamente da preferire a quelle tradizionali per la possibilità di ottenere un ritorno rapido alla vita normale, di conseguenza all’attività lavorativa». Indubbiamente una scoperta che permetterà alla medicina di fare un passo in avanti nella cura della frattura del calcagno e che porta la firma di un giovane medico taurianovese. Taurianova ancora una volta terra natìa di eccellenze.