La consigliera regionale di Parità Daniela De Blasio sulla morte di Immacolata Rumi
“Il silenzio degli innocenti: uccide!”
La consigliera regionale di Parità Daniela De Blasio sulla morte di Immacolata Rumi
Riceviamo e pubblichiamo:
30 anni di botte. Immagino quante volte il carnefice l’avrà supplicata dicendo che sarebbe stata l’ultima volta e che in fondo l’amava. Immacolata, ha chiuso la sua vita di sofferenze solo dopo che la quotidianità delle violenze l’ha portata a morire. Ma allora mi chiedo: cosa non è stato fatto? Cosa si poteva fare? Ci sono alcuni interventi realizzati che, purtroppo, funzionano soltanto per una parte di donne, cioè quelle che hanno il coraggio di denunciare, come ad esempio i Centri Antiviolenza che attraverso il numero verde 1522 offrono accoglienza telefonica, colloqui personali, ospitalità in case rifugio e ai numerosi altri servizi che garantiscono alle vittime un percorso di uscita dalla violenza. Tutti gli altri interventi servono invece a sensibilizzare l’opinione pubblica e le stesse donne che subiscono abusi al fine di creare una coscienza di quello che è realmente il problema. Il silenzio ha ucciso, sta continuando ad uccidere e, probabilmente, lo farà ancora. Il silenzio è una mancanza, è una solitudine della donna che non riesce a reagire, il tenersi tutto dentro è il sintomo di un malessere più grande che prende il sopravvento nella percezione della donna ribaltando per lei il ruolo del carnefice in quello di vittima. Qui scatta il perdono per il violento e automaticamente la donna, e spesso anche chi le sta accanto, firmano la propria condanna. È un vortice dal quale è difficile uscire, per il retaggio culturale, per la mancanza di coraggio, per il bene di una “falsa” famiglia. Sono tanti i punti che ancora non sono chiari sulla vicenda di Immacolata. I figli hanno mai manifestato il disagio nell’assistere a tali scene di violenza quotidiana, ad esempio a scuola? Chi supporterà questi ragazzi, vittime delle vittime? Ci sono state denunce delle violenze subite da parte della donna in questi trent’anni? Se la risposa è si, mi chiedo cosa sia stato fatto per evitare la tragedia finale. Da questa vicenda emerge la mancanza di una rete interistituzionale capace di dare sostegno alle famiglie che vivono questo dramma che si consuma nella profonda indifferenza di tutti. E, anche se in questo caso non sarebbe servito, la mancanza di un posto fisso notturno di polizia al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria, fa sì che i maltrattamenti, che non sfociano necessariamente in femminicidio passino inosservati, perché, a volte, anche le donne che non hanno il coraggio di denunciare, trovandosi di fronte ad una rete di protezione, “a caldo” possono affidarsi totalmente e denunciare il proprio aguzzino. E’ necessario insistere con diverse campagne di sensibilizzazione rivolte soprattutto ai giovani e agli studenti delle scuole al fine di trasmettere il messaggio che perdonare una violenza non è amore. Siamo tutti chiamati a contrastare con azioni concrete questo fenomeno in crescita costante, c’è bisogno soprattutto di prevenirlo perché troppo spesso da una “piccola” violenza psicologica si passa alla violenza fisica che poi sfocia nei fatti dolorosi che ci stiamo abituando a sentire quasi quotidianamente. È ora di intervenire, adesso!
Daniela De Blasio, consigliera di Parità