Una lettera-appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scritta da Giuseppe Colazzo
di DANILO LORIA
“In Italia vi è una evidente emergenza carceri”
Una lettera-appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scritta da Giuseppe Colazzo
CINQUEFRONDI (RC) – Pamela Iamundo, giovane cinquefrondese, impegnata da tempo nella lotta per i diritti dei detenuti, mette in evidenza una lettera di Giuseppe Colazzo, il quale si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per esortare un suo intervento nella “questioni carceri”. La missiva potrà essere sottoscritta aderendo ad alcuni gruppi sul social network Facebook:
“Emergenza carceri” e “Articolo 27″. Sovraffollamento, carenza di organico e di fondi, sono gravi i problemi che attanagliano la realtà carceraria calabrese.
Per rimanere nel nostro territorio la casa circondariale di Palmi evidenzia numerose problematiche: l’edificio è del 1979 e da allora non sono state fatte ristrutturazioni sostanziali ma solo manutenzione ordinaria. Le celle sono singole o multiple. Le celle singole sono grandi circa 8 mq e ospitano 1, al massimo 2 persone. Le celle multiple sono grandi circa 25 mq e ospitano, grazie ai letti a castello, 6 persone nell’Alta Sicurezza, fino ad 8 – 9 persone nella media sicurezza. Per la maggior parte sono celle multiple. I bagni sono in un vano separato dal resto della cella ma non hanno l’acqua calda e la doccia.
Nella missiva indirizzata al presidente Napolitano viene sottolineato come “le carceri dovrebbero essere dei luoghi di detenzione in cui scontare una pena, sono diventate delle discariche sociali, luoghi di atroci soffe renze, emarginazione e spesso luoghi di morte”. Vengolo elencati dei dati estremamente allarmanti “solo in questo anno i decessi in carcere sono stati centocinquantaquattro di cui cinquantatre suicidi, senza ricordare i morti per malattia come quella di Graziano Scialpi, che è stato definito “simulatore” ma che muore dopo pochi mesi dalla scarcerazione per un tumore incurabile solo perchè scoperto tardi”. La lettera prosegue “la legge “svuota carceri” si è rivelata un flop tanto che il problema del sovraffol lamento è restato pressochè invariato; il personale di polizia penitenziaria, se e quando verrà assunto, non sarà sufficiente a coprire le necessità dei nuovi padiglioni o delle nuove carceri”. Si critica aspramente alcune leggi dello stato come la legge Bossi-Fini, la Fini-Giovanardi e la cosiddetta ex-Cirielli che, anche con reati “minori” si finisce in carcere provocando il sovraffollamento. Nella lettera si ricorda che “in Italia esi stono circa quaranta strutture penitenziarie sparse su tutto il territo rio nazionale già costruite ma mai utilizzate, come quelle di Benevento e Arghillà a Reggio Calabria”. Infine la missiva si conclude con un appello a presidente Napolitano “speriamo che questa urgenza possa tradursi in qualcosa di concreto perché se è vero, come disse Voltaire, che il grado di civiltà di una nazione si misura dalle proprie carceri, noi dovremmo vergognarci di vivere in un Paese tanto incivile”.
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