Arrestato anche il sindaco di Casignana Pietro Armando Crinò
ECCO I NOMI DELLE PERSONE ARRESTATE
ALL’INTERNO DELLA NEWS IL VIDEO DEI CARABINIERI CHE RIPRENDE L’AEREA DOVE VENIVA EFFETTUATO L’ILLECITO
Reggio, cinque arresti per traffico illecito di rifiuti
Arrestato anche il sindaco di Casignana Pietro Armando Crinò
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Reggio Calabria – I Carabinieri di Reggio Calabria e del N.O.E. stanno eseguendo cinque misure cautelari personali: quattro consistenti in arresti domiciliari e una in obbligo di dimora e quattro avvisi di garanzia.
Le misure custodiali, sono state emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia; nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili in ordine al reato di traffico illecito di rifiuti, di cui all’art.260 del D. Lgs. nr.156/2006, in quanto al fine di conseguire un ingiusto profitto, consistente nel risparmio di denaro dovuto per un corretto smaltimento del percolato, per la ricopertura e la compattazione giornaliera dei rifiuti, nonché per le opere necessarie per una corretta manutenzione della discarica, venivano attuatediverse operazioni sui rifiuti strumentali a perseguire finalità illecite.
I carabinieri di Reggio Calabria e del N.O.E. stanno eseguendo anche due misure cautelari reali consistenti nel sequestro della discarica consortile di Casignana (valore stimato di circa € 10.000.000) e nel sequestro della società “ZETAEMME” s.a.s. (valore stimato di circa € 3.000.000). Tra gli arrestati anche CRINÒ Pietro Armando, classe 1949, Sindaco del Comune di Casignana.
I carabinieri tra le altre cose hanno accertato che sono entrati in discarica RSU non autorizzati dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria e che a causa dell’assenza di idonea recinzione della discarica bovini ed ovini, liberamente, pascolavano di all’interno della stessa discarica in aree contaminate da percolato.
La discarica consortile di Casignana, nella Locride, che serve gran parte dei Comuni del reggino, compreso Reggio Calabria, è stata sequestrata dai carabinieri che hanno anche arrestato il sindaco Pietro Armando Crinò, di 62 anni nell’ambito dell’inchiesta su un traffico illecito di rifiuti. Crinò è una delle quattro persone finite ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta su un traffico illecito di rifiuti.
I carabinieri, oltre alla discarica, valutata dieci milioni di euro, hanno sequestrato anche la società che la gestisce, la Zetaemme, per un valore di tre milioni. Dalle indagini condotte dai carabinieri di Reggio Calabria e del Noe è emerso che nella discarica finivano rifiuti non autorizzati dall’Ufficio del commissario per l’emergenza ambientale in Calabria. Inoltre, a causa dell’assenza di recinzioni, bovini ed ovini pascolavano liberamente nella discarica in aree contaminate da percolato.
I particolari dell’operazione saranno resi noti agli organi d’informazione nel corso di una conferenza stampa, che sarà tenuta presso questo Comando dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, dott. Giuseppe PIGNATONE alle ore 10.30.
IL SINDACO DI CASIGNAGNA TRA GLIA ARRESTATI
Comunicato stampa
“OPERAZIONE BLACK GARDEN”
Alle prime ore di oggi 24 novembre 2011, nei comuni di Bianco, Roccella Ionica, Gioiosa Ionica, Siderno, Casignana, Benestare, Bovalino e Reggio Calabria, 40 carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e del Nucleo Operativo Ecologico, hanno eseguito cinque misure cautelari personali di cui quattro agli arresti domiciliari nei confronti di:
▬ CRINÒ Antonio Giovanni, classe 1959, responsabile tecnico ditta ZETAEMME S.a.s. di Bianco (RC);
▬ CRINÒ Pietro Armando, classe 1949, Sindaco del Comune di Casignana;
▬ LAFRONTE Massimo, classe 1970, architetto;
▬ ZOCCOLI Giuseppe Saverio, classe 1956, socio dell’impresa ZETAEMME S.a.s. di Bianco (RC);
ed una dell’obbligo di dimora nei confronti di:
▬ TALLARITI Stefano, classe 1971.
Nel medesimo contesto, sono state eseguite due misure cautelari reali:
▬ una relativa al sequestro della discarica consortile di “Casignana” (del valore stimato di circa € 10.000.000), che è al servizio dei comuni della bassa locride;
▬ una relativa al sequestro della società “ZETAEMME” s.a.s. (del valore stimato di circa € 3.000.000), che con i suoi 46 mezzi, oltre a gestire la predetta discarica, si occupa del servizio di raccolta degli RSU per i comuni della costa ionica reggina di Africo, Ardore, Brancaleone, Gioiosa Ionica e Sant’Ilario dello Ionio, nonché titolare di altri appalti pubblici e privati, nel campo della raccolta dei rifiuti ingombranti.
Sono stati notificati quattro avvisi di garanzia, tra cui al sindaco di Gioiosa Ionica, Mazza Mario cl. 56, ed uno al direttore tecnico della Leonia S.P.A., Stiriti Giorgio cl. 69, che si occupa della raccolta dei rifiuti a Reggio Calabria.
La misura emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, scaturisce dalle indagini condotte dal N.O.E., che hanno consentito di accertare a carico degli indagati, in concorso tra loro ed a vario titolo, responsabilità in ordine al reato di traffico illecito di rifiuti, di cui all’art.260 del D.Lgs. nr.156/2006, in quanto, al fine di conseguire un ingiusto profitto, consistente nel risparmio di denaro dovuto per un corretto smaltimento del percolato, per la ricopertura e la compattazione giornaliera dei rifiuti, nonché per le opere necessarie per una corretta manutenzione della discarica, mettevano in atto le seguenti operazioni illecite:
1) abbancavano i rifiuti solidi urbani in aree della discarica consortile, non autorizzate e senza previo isolamento dal terreno con apposita geomembrana;
2) sversavano il percolato prodotto dagli R.S.U., nel vallone Rambotta;
3) abbancavano rifiuti in quantità eccedenti ai limiti autorizzati;
4) omettevano di provvedere alla copertura e compattazione giornaliera dei rifiuti;
5) consentivano il conferimento di rifiuti anche pericolosi, non ammissibili in discarica;
6) consentivano il conferimento di rifiuti a soggetti non autorizzati,
il tutto, allestendo mezzi e attività continuative ed organizzate, per la gestione abusiva di ingenti quantitativi di rifiuti, potuti quantificare solo in parte.
Le indagini, condotte dai carabinieri, hanno permesso di accertare una illegalità diffusa nella gestione della discarica di Casignana. Nello specifico, anche con l’utilizzo di video-riprese, intercettazioni telefoniche ed ambientali, sono state accertate, oltre alle condotte sopra riportate, incendi dolosi di rifiuti all’interno delle aree di abbanco, posti in atto dagli stessi operai ed a causa dell’assenza di idonea recinzione, il pascolo di bovini ed ovini all’interno della stessa discarica ed in aree contaminate da percolato. Si è altresì accertato, che con accordi sottobanco, e con la compiacenza ora del sindaco di Casignana, ora del responsabile della ZETAEMME, sono entrati in discarica RSU non autorizzati dall’Ufficio del Commissario per l’emergenza ambientale in Calabria.
la discarica, sequestrata è stata affidata in custodia all’Ufficio del Commissario, che ne dovrà curare, previa l’eliminazione delle carenze di impermeabilizzazione, la successiva gestione., mentre la ZETAEMME, è stata affidata ad un curatore nominato dall’Ufficio del G.I.P.
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