di Caterina Sorbara
In questi ultimi giorni in Europa, come del resto anche in Italia, divampano le polemiche sugli immigrati. La Francia li ha rispediti indietro come fossero pacchi postali, altro che libertà e uguaglianza. Ebbene in Calabria, a Riace, comune reggino assurto agli onori della cronaca, nel 1972 per il ritrovamento dei due Bronzi, già dal 2004 è stato portabandiera di politiche di accoglienza degli immigrati, tanto che nel 2010 il sindaco Domenico Lucano ha ricevuto il premio Word Mayor. A Riace ci sono 400 migranti provenienti da 25 paesi diversi.
Tutte le case abbandonate del centro storico sono abitate dagli immigrati che sono perfettamente integrati. Tanti sono i progetti e le iniziative lavorative come le botteghe per la lavorazione di prodotti artigianali e sei cooperative, una delle quali gestisce la raccolta differenziata dei rifiuti. Inoltre a Riace ci sono anche 77 italiani che lavorano come interpreti e mediatori culturali. C’è anche una specie di moneta locale. Si tratta di un bonus spendibile in tutti i negozi del territorio comunale. Quando poi arrivano i fondi accreditati dai soggetti istituzionali che gestiscono l’accoglienza, nella fattispecie Prefettura e Ministero dell’Interno, i bonus vengono cambiati in euro.
Se tutti i comuni europei prendessero esempio da Riace, in parte il problema dei profughi si risolverebbe. Tantissime son le case abbandonate, e la creazione di progetti di integrazione e lavoro, rilancerebbe anche l’economia. Basta volerlo, basta solo prendere esempio da Riace e dal suo primo cittadino Domenico Lucano.