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Rilassamento cutaneo, ecco le cause dell’invecchiamento

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Il dott. Amuso mette in guardia dai rischi del sole

Rilassamento cutaneo, ecco le cause dell’invecchiamento

Il dott. Amuso mette in guardia dai rischi del sole

 

 

Il rilassamento della pelle è una manifestazione dell’invecchiamento causato da perdita di tonicità ed elasticità.

Per capire, il fenomeno dell’invecchiamento cutaneo, è necessario conoscere com’è formata la pelle: è un organo costituito da diversi tessuti, la cui funzione è rivestire il corpo umano, assicurare protezione all’organismo e permettere i rapporti con il mondo esterno.

La superficie totale cutanea nell’adulto, pur variando in rapporto alla taglia, all’età, al sesso di un individuo, è calcolata intorno a 1,5 -1,8 m2, mentre lo spessore medio è compreso tra 1,5 e i 4 mm.
La struttura anatomica della cute è caratterizzata, partendo dall’esterno verso l’interno, da tre strati di tessuto:

L’epidermide è la parte della pelle direttamente a contatto con l’esterno, avente essenzialmente la funzione di protezione. E’ un epitelio pavimentoso piatto pluristratificato, costituito da quattro strati: basale, spinoso, granuloso e corneo, mentre in sede palmo-plantare presenta un quinto strato (lucido).

Il derma è situato al di sotto dell’epidermide. E’ un tessuto connettivo ricco di vasi e nervi, suddiviso in due strati non delimitati l’uno dall’altro, ma che si differenziano tra loro per lo spessore e l’ordinamento delle fibre di tessuto connettivo.
Le cellule caratteristiche del derma sono i fibroblasti, deputati alla sintesi di sostanze utili alla produzione di nuovo tessuto.
Nel corso di un processo infiammatorio i fibroblasti proliferano e producono matrice ricca di collagene, che serve ad isolare e riparare il tessuto danneggiato.
Il derma contiene abbondante matrice extracellulare, consistente sia di fibre sia di una componente amorfa. Le fibre sono di più tipi. Quelle collagene predominanti, a decorso leggermente sinuoso e disposte in varie direzioni. Oltre al collagene, i fibroblasti sintetizzano e secernono elastina e proteoglicani.
L’elastina è un’altra proteina fibrosa che si presenta come una catena polipeptidica spiraliforme con caratteristiche d’elevata elasticità; i proteoglicani rappresentano un composto di polisaccaridi e proteine che sembrano avere un influsso sulla migrazione cellulare, sulla coesione delle cellule e sulla loro differenziazione.
Il derma rappresenta il tessuto di sostegno e nutrizione per gli strati più esterni.
La struttura compatta del derma, dovuta alla presenza di fibre collagene ed elastiche, la cui diminuzione nel tempo genera perdita di tono e di elasticità, che è il fattore scatenante l’insorgenza delle rughe.

Il sottocutaneo o ipoderma, rappresenta lo strato più interno della cute ed è costituito da tessuto connettivo a trama lassa che non ha una netta delimitazione con il derma sovrastante e cellule adipose.
La funzione di questo tessuto è di protezione meccanica e di isolante termico, ed è riccamente innervato e vascolarizzato.

Collagene, Elastina e Sostanza fondamentale

Il collagene è una proteina strutturale e costituisce il principale elemento fibroso di pelle, tendini, cartilagini, ossa, denti, membrane, cornee e vasi di tutti i vertebrati.
Il collagene è la proteina più rappresentata dell’organismo umano e nei tessuti connettivi. E’ responsabile della protezione meccanica dell’organismo da parte della pelle, del benessere e della condizione della cute e, seppure indirettamente, di alcuni altri organi, della prevenzione della disidratazione cutanea, del mantenimento dell’elasticità e tonicità dei tessuti e della riduzione nella capacità di formare rughe.

L’elastina è una proteina fibrosa, dura e stabile, responsabile delle caratteristiche elastiche di organi e tessuti, costituente il tessuto connettivo.
Si trova prevalentemente nei polmoni, nelle pareti delle arterie, nei legamenti, nella pelle e nell’intestino, dov’è fondamentale la deformabilità reversibile sotto azione della forza di tensione.
Il turnover dell’elastina è estremamente basso, con un’emi-vita che si avvicina all’età dell’organismo.
Il nostro organismo sintetizza l’elastina durante tutto lo sviluppo, fino all’età di 20 anni circa. Nel corso del processo di invecchiamento la pelle perde progressivamente la propria elasticità poiché l’elastina “danneggiata” o non viene sostituita oppure è sostituita da fibre non funzionali.

La sostanza fondamentale rappresenta parte della matrice extracellulare, regola la quantità di acqua presente nella cute ed ha funzione di sostegno, contribuendo al mantenimento del trofismo, dell’idratazione e dell’elasticità. E’ quindi responsabile del turgore del derma e della sua resistenza ed elasticità in seguito alla compressione. Si trova sotto forma di gel e costituisce il tramite attraverso cui l’ossigeno e le sostanze nutritive provenienti dalla microcircolo raggiungono le cellule dei vari tessuti e, in senso contrario, attraverso cui l’anidride carbonica e le scorie metaboliche passano dalle cellule alla circolazione.

Tornando alla questione della perdita del tono cutaneo, possiamo pensare che l’invecchiamento , è un deterioramento progressivo, tempo-dipendente, dell’abilità dell’organismo di rispondere ai cambiamenti ambientali.

L’invecchiamento della pelle è: intrinseco ed estrinseco.

L’invecchiamento intrinseco dipende dall’avanzare dell’età ed è influenzato dal background genetico (chronoaging).
Questo, provoca, a carico della pelle, alterazioni di tipo ipotrofico con alterazione di tutte le componenti e delle funzioni dell’apparato tegumentario.
In particolare, si modifica la struttura delle proteine fibrose che compongono il derma.

Le cellule addette alla loro produzione, i fibroblasti, con il trascorrere degli anni, non solo rallentano i propri ritmi e la propria efficienza, ma sviluppano cellule di collagene ed elastina di dimensioni più piccole.
Di conseguenza, il derma si assottiglia e l’impalcatura di sostegno su cui poggia la pelle allenta la propria trama, diventa più flessibile e comincia a cedere.

A livello dell’epidermide, si riduce l’attività mitotica delle cellule basali e la funzione barriera diventa meno efficace.

Negli strati più superficiali dell’epidermide, invece, si assiste ad un accumulo di cellule morte, che determina ispessimento e irregolarità cromatica della pelle.
Le cellule depositate sullo strato corneo, infatti, non solo hanno un ricambio più lento, ma trattengono melanina dando luogo a macchie più o meno evidenti.

I lineamenti del viso sono modificati dall’accumulo di grasso sottocutaneo in siti inusuali e dalla perdita di elasticità del derma.

Quando il metabolismo cellulare rallenta, la pelle affronta una rivoluzione profonda, che si manifesta sul viso con la comparsa di rilassamento, perdita di elasticità e rughe profonde.
Le prime rughe sono quelle d’espressione, causate delle contrazioni facciali che, diventando ripetute, si imprimono nel derma sottostante che sta contemporaneamente perdendo tono.

Con la perdita e l’alterazione di collagene e fibre elastiche, i tessuti iniziano a rilassarsi, la pelle perde il suo sostegno e l’ovale del viso inizia a deformarsi.

I fattori ambientali o estrinseci che portano alla formazione di radicali liberi (leggere uno degli articoli precedenti), quindi i maggiori responsabili dell’invecchiamento cutaneo, sono costituiti principalmente dalle radiazioni solari, dall’inquinamento ambientale, dal fumo di sigaretta, dall’uso di farmaci, dallo stress.

Esiste una relazione stretta fra invecchiamento cutaneo e danno ossidativo da radicali liberi, poiché gli acidi grassi poliinsaturi, che sono il principale costituente dello strato corneo, sono particolarmente suscettibili all’attacco da parte di queste molecole (perossidazione lipidica). Inoltre, i radicali liberi provocano la depolimerizzazione dei polisaccaridi, come l’acido ialuronico, che a livello della pelle determina un invecchiamento cellulare precoce.
I raggi UVA penetrano nel derma danneggiando le fibre collagene ed elastiche: le nuove fibre che si formano possono mostrare alterazioni che danno vita ad un tessuto opaco, grinzoso e poco compatto. Una delle ipotesi più accreditate sostiene che le radiazioni attiniche, inducenti la formazione di radicali liberi nella pelle, siano normalmente contrastate dalle sue naturali difese antiossidanti; quando però la dose di queste radiazioni è alta, o le difese naturali sono insufficienti, non è più possibile mantenere i livelli delle concentrazioni dei radicali liberi al di sotto delle concentrazioni critiche.

Trattamenti rassodanti

La perdita di tono della pelle, può essere prevenuta e contrastata adeguatamente.
Nulla si può contro l’invecchiamento dovuto ai fattori intrinseci, ma si può invecchiare bene , eliminando quei fattori estrinseci che favoriscono le degenerazioni cutanee.
Ottima abitudine è l’utilizzo di cosmetici adeguati che contengono nei loro ingredienti sostanze come: sostanze insaponificabili, avocado, soia, karitè, olio di oliva, favoriscono, la sintesi di elastina e consentendo quindi un ricambio delle fibre elastiche;
il retinolo o vitamina A svolge un’azione primaria sull’accrescimento e sul trofismo del tessuto epiteliale, e sulla differenziazione e trasformazione delle cellule;
la vitamina C partecipa alla sintesi del collagene;
estratti vegetali ricchi di triterpeni, come quelli provenienti dalla Centella asiatica, Ginseng e Ginko biloba, sono in grado di stimolare l’attività dei fibroblasti con conseguente aumento del collagene nativo di tipo I e III, e della sostanza fondamentale amorfa;
l’estratto di Kigelia africana è particolarmente ricco in flavonoidi e saponosidi steroidei, cui viene riconosciuto un effetto tensore e rassodante.

Per salvaguardare il tono e l’elasticità della pelle si usano altri elementi naturali che combinati tra di loro rappresentano il gold standard; questi sono l’ossigeno , usato nello specifico a scopo curativo attraverso la propulsione di ossigeno che è una procedura terapeutica espressa da un medical device che ci permette di portare ossigeno alla pelle con una purezza compresa tra 94/98%.
L’altro elemento naturale e l’anidride carbonica, che portiamo alla pelle sempre per mezzo di un medical device e la procedura terapeutica prende il nome di carbossiterapia.

Il Sole è la più importante sorgente di radiazioni e di energia conosciuta
La luce solare arriva a contatto con la nostra pelle in due forme: la forma radiante e quella corpuscolare.
La prima è costituita da onde elettromagnetiche, la seconda da particelle con alto contenuto fotonico, da elettroni e dalle particelle “alfa”, nel cui nucleo è contenuto l’elio. Nel sole ogni secondo, si avrebbe la trasformazione di idrogeno in elio, con produzione di energia, di cui solo circa il 7% verrebbe trasmessa sulla terra.
I raggi ultravioletti si dividono in 3 categorie a seconda della loro lunghezza d’onda: UVA, UVB, e UVC.
Grazie all’atmosfera che li filtra completamente i raggi UVC non sono un problema, mentre i raggi UVA penetrano fino al derma e gli UVB raggiungono solo gli strati superficiali della pelle.
Questi ultimi scaricano tutta la loro energia (superiore rispetto agli UVA) sulle cellule epidermiche ed in particolar modo sul loro DNA.
Al contrario i raggi UVA non provocano scottature ma nel lungo periodo possono determinare una degenerazione delle fibre elastiche e del collagene a livello del derma superficiale che quindi perde elasticità e compatezza.
Gli effetti cutanei del sole sono essenzialmente un eritema acuto che compare solitamente dopo 20 minuti e un eritema ad evoluzione cronicizzante, che conduce all’avvizzimento precoce ed anche ad altre manifestazioni secondarie, che possono arrivare anche alla produzione di tumori locali.
Quanto la cute viene sottoposta per un certo periodo ad esposizione solare, si va incontro alla melanogenesi, ovvero l’abbronzatura.
Addizionalmente si sviluppa un altro sistema di difesa della pelle, la ipercheratosi epidermica, ovvero un ispessimento della pelle, dovuto ad un accelerato ricambio cellulare da parte delle cellule che producono cheratina.
Inoltre si produce una sorta di filtro naturale, l’acido urocanico, sostanza veicolata tramite il sudore e capace di assorbire i raggi UVA.
Quindi una abbronzatura corretta, uniforme e diffusa si ottiene grazie a tre fenomeni : capacità di difendersi dall’azione infiammatoria esterna manifestata dall’eritema, corretta dotazione melaninica, ipercheratosi pronta ed efficace.
E quindi importante che l’organismo sia in salute e sia pronto ad affrontare il sole.
Via libera quindi a vitamine antiossidanti, acqua, corretta alimentazione.
Evitare di sottoporsi in modo prolungato al sole se si è in uno stato di stress elevato, stanchezza fisica, etc.
Il bersaglio delle radiazioni solari è il DNA cellulare.
Se la quantità di raggi è superiore alla propria tolleranza si può avere interruzione della doppia elica, con notevole quantità di lesioni, anche se il DNA ha una eccezionale capacità di autoripararsi.
In tal caso si ha una produzione notevolissima di radicali liberi, i quali liberano enzimi distruttivi detti idrolasi.
Inoltre l’aggressione dell’energia fisica ripetuta della luce del sole si esprime sull’elastina e sulle fibre collagene, la cute inizia ad ispessirsi dalla superficie in profondità (elastosi), compaiono rughe sempre più accentuate, alterazioni di pigmentazione.
E’ molto importante diagnosticare in tempo l’elastosi, per evitarne l’evoluzione progressiva, consigliando l’esposizione prolungata ed eccessiva e l’impiego costante di filtri ad alto potere assorbente.
Purtroppo l’esposizione eccessiva al sole, ripetuta per anni, lascia segni indelebili anche sulla pelle più perfetta.

E’ il fenomeno del foto-aging, il processo biologico attraverso il quale i raggi solari inducono un invecchiamento precoce e profondo della struttura cutanea.

I raggi del sole sono in grado di penetrare nella pelle e raggiungere le strutture profonde.

Come già esposto, i raggi del sole hanno la capacità di generare in loco i radicali liberi, vere e proprie “bombe biologiche” che, danneggiando le funzioni cellulari, inducono la formazione precoce di rughe, perdità di elasticità, alterazioni della tessitura e della pigmentazione cutanea, tumori.

Esistono dei meccanismi biologici naturali di difesa in grado di contrastare i danni indotti dai raggi UV.

Le cellule però hanno in dotazione un patrimonio antiossidante limitato, non in grado di tamponare gli effetti negativi provocati da una produzione eccessiva o prolungata.

E’ necessario quindi potenziare i sistemi antiossidanti naturali con trattamenti mirati.

E’ certamente importante farlo prima dell’esposizione al sole ma anche intervenire dopo l’esposizione, per ripristinare i livelli cutanei di antiossidanti.
Porre inoltre attenzione a esporsi al sole senza trucchi per la pelle come ad esempio il trucco per gli occhi, per evitare possibili allergie.
Usare solo creme solari certificate.
Non avere fretta ad abbronzarsi, il colorito migliore è quello che si ottiene col tempo.
Per chi avesse deciso di depilarsi, è opportuno che lo faccia almeno 24 ore prima, per evitare problemi con l’esposizione solare.
Altro aspetto importante , molto sottovalutato nella valutazione della calvizie. È quello che una esposizione prolungata e senza controllo alla luce del sole intensa, in modo particolare l’abbronzatura “selvaggia” sulla spiaggia nei mesi estivi, può essere causa di un effluvio in telogen (caduta di capelli).
Una esposizione comunque non eccessiva e controllata al sole può invece risultare curativa nei casi di alopecia areata.
E’ quindi opportuno coprire le zone già affette da calvizie.
Una scottatura dello scalpo può provocare una caduta indotta 3-4 mesi dopo l’evento scatenante.
Una volta irritata la pelle produce superossido, una sostanza antinfiammatoria che ammortizza la scottatura ma allo stesso tempo può danneggiare i follicoli : è quindi importante salvaguardare il cranio durante le lunghe giornate passate in spiaggia!
Al mare o in ogni caso durante l’esposizione eccessiva al sole è importante proteggere i capelli.
Alcuni consigli per l’esposizione al sole:
• evitare l’esposizione solare diretta per un lungo periodo di tempo
• I raggi solari sono molti intensi dalle 10 del mattino alle 2 del pomeriggio, tentare di evitare il sole durante queste ore
• Anche all’ombra l’intensità della radiazione ultravioletta può essere il 50% di quella della luce diretta, mentre la sabbia della spiaggia intensifica l’intensità del 25% (la neve il 100%)
• Nei giorni foschi e nuvolosi il 70-80% di radiazione penetra lo stesso
• Usare uno schermo protettivo alto, ma ricordare che questa protezione può andare via ad esempio con uno strofinamento. La migliore protezione per il capo è un cappello

Esposizione positiva al Sole:
• Usare un prodotto protettivo e positivo per la pelle.
• L’esposizione moderata (massimo 30 minuti al giorno) per giorni produce i risultati migliori, l’esposizione al sole produce lentamente il pigmento (melanina) nella pelle. Ci vogliono circa tre giorni per provocare significativo aumento di melanina nella pelle. La melanina rende impraticabile l’azione dei raggi solari ed è un potente antiossidante.
• L’esposizione solare aumenta lo spessore della pelle, questo effetto avviene dopo circa tre settimane. Ciò migliora l’aspetto della pelle. Ma ancora una volta: prendere il sole con cautela!
• Può essere utile assumere 3mg di rame in più al giorno, che attiverà la superossidodismutasi, la principale difesa antiossidante che noi abbiamo.
Inoltre bisogna anche dire che il sole è fra i migliori integratori di vitamina D che rafforza le ossa e aiuta pure a dimagrire. Inoltre combatte 22 tipi di cancro, compresi quelli dei testicoli e della prostata.
Ma occhio: bastano già venti o trenta minuti al giorno di esposizione solare, di più può far male. Prendere sempre il sole con regolazione.