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Sanità e ospedale Polistena, 6 domande al sindaco di Polistena Michele Tripodi

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Riceviamo e pubblichiamo

1. Sindaco, da Polistena ci arrivano alcune notizie. Ieri il PD ha fatto visita all’ospedale di
Polistena. Cosa ci puoi dire a riguardo?
Dico che il Partito Democratico deve chiarirsi le idee su ciò che vuole fare e sull’idea di sanità
che ha nella Piana di Gioia Tauro. Nei giorni scorsi abbiamo visto una serie di interventi di
esponenti del PD, alcuni dei quali presenti anche nella “comitiva” che ieri ha fatto passerella
all’ospedale di Polistena. Chiarirsi le idee, per me, significa stabilire delle priorità: se la priorità
è costruire il nuovo ospedale a Palmi o rafforzare e potenziare gli ospedali esistenti, come
quello di Polistena. Io credo che non sia giusto per nessuno aprire le campagne elettorali
regionali sulla pelle degli ammalati. Non è corretto nei confronti dei cittadini della Piana.

2. Quale futuro per l’ospedale di Polistena?
Su questo punto voglio essere chiaro: l’ospedale di Palmi non può sostituire quello di Polistena.
Alcune dichiarazioni recenti fanno invece pensare a un quadro diverso rispetto
all’impostazione originale. Noi avevamo una visione per l’ospedale di Palmi compatibile con
l’esistenza dell’ospedale di Polistena, concepita nell’ambito di un unico sistema “Spoke”
articolato su due strutture. Questa era la programmazione prevista quando fu decisa la
costruzione del nuovo ospedale a Palmi.
Oggi qualcuno vorrebbe cambiare le carte in tavola e questo non è accettabile. L’ospedale di
Palmi deve affiancare quello di Polistena, non sostituirlo. Proprio per questo il nosocomio di
Polistena deve essere potenziato. Ho recentemente proposto un ampliamento che prevede la
costruzione di una nuova torre ospedaliera, dove potrebbero essere collocati reparti previsti
dall’atto aziendale, come oncologia, neurologia, emodinamica e un nuovo comparto
operatorio. Questo investimento costerebbe una minima parte dei fondi impegnati per la
costruzione dell’ospedale di Palmi, di cui peraltro ancora non vediamo la realizzazione.

3. Quando difendi l’ospedale di Polistena, dicono che sei campanilista…
Sì, è una cosa che non mi spiego. Altri colleghi giustamente portano avanti battaglie per i loro
territori e non vengono mai definiti campanilisti. Io, invece, quando difendo l’ospedale della
mia città, che è anche l’ospedale di tutti, vengo etichettato in questo modo. Ma il mio non è un
campanilismo nel senso spregiativo. Io parlo a nome delle “campane” dei cittadini, migliaia di
persone che chiedono assistenza e troppo spesso non la trovano. È una battaglia legittima per
il diritto alla salute di tutti. Altro che campanilismo.
4. Ti riferisci al sindaco di Palmi, che ti ha attaccato con un post su Facebook?
Consiglierei al sindaco di Palmi di preoccuparsi dello stato dei lavori per la costruzione
dell’ospedale di Palmi e di lasciare la difesa dell’ospedale di Polistena a chi è credibile sul
punto. C’è una grande differenza tra me e lui, anche in termini di storia e di legame con questa
struttura. Io sono nato nell’ospedale di Polistena, ho visto morire i miei affetti più cari, ho gioito
alla nascita dei miei tre figli. Per me l’ospedale di Polistena rappresenta anche una questione
sentimentale che va oltre la ben più importante battaglia per il diritto alla salute di tutti.

5. Forse è per questo che dicono che sei contro il nuovo ospedale di Palmi?
Questa è una falsità. Io non sono mai stato contrario. Ogni nuovo presidio pubblico sul territorio
è una cosa positiva: un ospedale di comunità, una guardia medica che si riapre tutto va bene,
purché sia pubblico. Ciò che bisogna combattere è la speculazione dei privati, che si stanno
appropriando dei servizi smantellati della sanità pubblica. La sanità privata punta al profitto, la
salute delle persone passa in secondo piano.

6. E quindi, cosa bisogna fare?
Continuare a lottare per il diritto alla salute e andare da Occhiuto. Piaccia o no, è lui l’unico
interlocutore in questa fase. Mi dispiace per Irto, Ranuccio e gli altri del PD, ma al momento
restano un passo indietro.
A cura della sezione del PCI di Polistena