Sanità Lazio, Assotutela: “Impugnata la trasformazione dell’ospedale di Acquapendente in casa della salute”

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“La scelta del governatore del Lazio Nicola Zingaretti di modificare
l’assetto dell’Ospedale di Acquapendente in Casa della salute, snaturandolo
della sua vera identità tanto necessaria ai cittadini è davvero grave.
Contando pure che questa prerogativa, avallata con un apposito decreto,
cozza con i programmi operativi dettati dai modelli fin qui approvati del
piano di rientro dal deficit e da alcuni atti relativi agli accordi
stipulati in Conferenza Stato Regioni. Peraltro sul decreto del governatore
pende anche un giudizio di costituzionalità”. Lo dichiara il presidente di
Assotutela Michel Emi Maritato sottolineando l’importanza del ricorso
presentato due giorni fa al Tar del Lazio per chiedere la sospensione del
decreto di riordino 247 dell’agosto 2014. “Se infatti il presidio
ospedaliero di Acquapendente venisse riconvertito in Casa della salute
tutta l’area acuzie che oggi vanta 8 posti letto verrebbe ricollocata al
Belcolle di Viterbo mentre, i trasferimenti in emergenza indirizzati fuori
regione verso l’ospedale di Orvieto o anche verso il Policlinico Gemelli di
Roma. Però c’è anche da precisare che – aggiunge Maritato – né il piano di
rientro, né il Patto per la Salute né il Nuovo Patto per la Salute danno a
governatore il potere di riconvertire questo ospedale o comunque di
incidere a una restrizione delle offerte sui servizi essenziali erogati in
favore dei cittadini residenti nel territorio distrettuale. Invece il
progressivo smantellamento della struttura ospedaliera rappresenta un grave
errore logistico se si considera che la popolazione dellp’area nord del
Lazio conta 50.000 abitanti. Abitanti che subiranno un grave disagio –
incalza Maritato – con la saturazione dei posti letto negli ospedali
limitrofi e fuori regione. Motivo ancora più grave che porta
all’inconsistenza del provvedimento sull’impatto realistico è che la
riconversione farebbe perdere al territorio un servizio di Dea che fino a
oggi funziona”. “Con queste premesse che ribadiamo essere gravi per la
garanzia degli standard assistenziali aggiungiamo che la richiesta al Tar è
legittima – conclude Maritato – considerando anche l’area geografica dove è
ubicato a oggi l’ospedale di Acquapendente che gravita comunque in una zona
meteorologicamente ostile e disagiata, in un ambiente premontato dotato
anche di una rete viaria assai complessa”.