Di Antonio Spina
La Reggina non riesce a ripetere la bellissima prestazione di sette giorni fà e torna da Rieti con la consapevolezza di aver sprecato l’ennesima occasione. Lontano dal Granillo arriva un’altra sconfitta figlia di una prova opaca di tutto il collettivo che ricorda lo stesso film visto a Pagani.Così la Reggina assume le sembianze di Dr. Jekyll e Mr Hyde. In casa bella, propositiva e padrona del campo, fuori brutta, compassata, abulica.
Dopo la straripante vittoria ottenuta contro il Catania e i quattro punti che la Corte Federale di Appello ha restituito in settimana, ridando slancio al sogno play-off,la Reggina ha affrontato quest’oggi il Rieti, in una trasferta che si presentava, di certo, piena di insidie. E’ così è stato. Chi si aspettava una vittoria per dare continuità è rimasto ampiamente deluso. La squadra laziale del vulcanico Ezio Capuano, reduce nelle ultime giornate da vittorie pesantissime contro avversari quotati come la Viterbese e il Catanzaro a cui si aggiunge il pari sul campo della capolista Juve Stabia, è stato avversario scomodo da affrontare. Drago ha confermato in blocco l’undici titolare che ha strapazzato il Catania con l’unica novità Salandria, collocato come terzino sinistro al posto di Seminara, bloccatosi durante il riscaldamento pre-match.
PRIMO TEMPO ZERO OCCASIONI DA RETE
L’approccio mentale degli amaranto sembrava quello buono, ma col passare dei minuti gli amaranto spariscono nel nulla. Nel primo tempo sono zero i tiri verso lo specchio della porta. Una manovra di gioco che non riesce mai a decollare per via della poca intensità che, costringe, i vari Bellomo, Strambelli e Doumbia ad essere evanescenti. Alcuni pericoli arrivano dai calci piazzati, ma è troppo poco per portare a casa i tre punti. Nel finale di frazione arriva la doccia fredda per gli amaranto. Sugli sviluppi di una punizione Confente è battuto da Palma che, insacca dopo una respinta, portando sull’1-0 i suoi. Reggina che paga a caro prezzo l’unica disattenzione difensiva, ma che deve rimproverarsi un certo lassismo.
SECONDO TEMPO TIMIDI TENTATIVI NEL FINALE
Nel secondo tempo entra subito Baclet al posto di Marino e Reggina che si dispone con più offensivo 4-3-3. Ma la musica non cambia. Manca il piglio giusto per poter cambiare l’inerzia della gara. I primi tentativi verso la porta avversaria arrivano dal 70’ in poi. De Falco impatta bene la palla dopo la corta respinta della difesa del Rieti, ma il destro potente finisce di poco a lato. Ci prova due volte anche Martiniello, subentrato a Zibert, ma l’attaccante non è fortunato. Prima con un destro dalla distanza, poi in rovesciata. In entrambe le situazioni Marcone si fa trovare pronto. Ed alla fine il Rieti per poco non riesce a pescare il raddoppio con Cernigoi, il quale non inquadra lo specchio della porta a pochi centimetri da Confente.
Poteva essere la settimana perfetta ed, invece, si conclude nel peggiore dei modi. Fatto, decisamente, un passo indietro e la ricerca di continuità si sta trasformando quasi in una ossessione. Rimane l’amaro in bocca poiché l’autore del gol andava espulso per un’entrataccia ai danni di Kirwan, ma allo stesso tempo, è una Reggina che deve leccarsi le ferite per aver disputato una gara senza grinta, necessaria per spuntarla in partite come questa.