Le riflessioni dell’avvocato Cardona sulle grottesche degenerazioni della libertà individuale
Singoli fuori legge
Le riflessioni dell’avvocato Cardona sulle grottesche degenerazioni della libertà individuale
Uno dei presupposti costanti nella storia dell’uomo è il rapporto fra individuo e massa, un rapporto che è costato sacrificio, dolore e sangue.
Non pare realizzabile una società che si regga sull’assoluta uguaglianza dei suoi membri per l’evidente ragione che gli uomini non sono uguali se non nel diritto di partire da posizioni di parità – ove realizzabile detraendone i privilegi ancora esistenti – per sviluppare le loro doti di ingegno e di impegno.
Tuttavia, se è vero che gli individui sono tutti degni di paritetica attenzione concernente la loro dignità e le loro fondamentali necessità quali: l’inserimento nel contesto civile per mezzo della scuola e del lavoro, il diritto di professare una religione, il diritto di esprimere liberamente ma non violentemente il proprio pensiero, il diritto all’assistenza medica, alla cura dei minori e degli anziani – principi, peraltro, sostenuti da secoli dalla confraternita dei liberi pensatori massonici -, è altrettanto vero che in molti paesi del mondo, col pretesto di sviluppare questi principi fondamentali, si è generata una perversa massificazione distruggente l’individualità e generando tirannia e dispotismo ove prevale il più spregiudicato dei tiranni.
In tal senso ogni individuo deve essere vigile e mobilitato in una competizione civile che eviti sia le degenerazioni dell’anarchismo che quelle del dispotismo.
La rivalutazione dell’individuo deve avere per solo limite il rispetto dell’individualità altrui nel proposito di non essere disumani.
In ogni attimo del nostro vivere ci troviamo di fronte ad attentati, ad offese ai diritti dell’individuo, diritti così pomposamente affermati nelle dichiarazioni cartacee e così ignominiosamente e diuturnamente calpestati.
Nella realtà quotidiana molte forze tendono a negare o limitare l’estrinsecazione e l’affermazione delle capacità dell’individuo e dei suoi principi.
Un esempio evidente lo si può scorgere nella necessità per i cittadini che vogliano contare qualcosa in variegati campi, di appartenere ad un raggruppamento politico partecipante alla lottizzazione del potere.
Sovente i caratteri di questa situazione sono grotteschi.
Le sirene mute di un egualitarismo utopistico incantano solo gli ingenui e gli sprovveduti, non risparmiando certi intellettuali (epiteto da considerarsi oramai offensivo) che corrono dietro al piffero dell’effimero vincitore adeguandosi al temporale potere, indecorosamente posizionati dietro il carro del presunto vincitore per poi scardinarlo alla prima tortuosa curva giudiziaria.
Se tante cose degenerano è perché l’individuo sta diventando sempre più incapace di pensare con autonomia di giudizio, sostituendo l’irrazionalità e la faziosità sul terreno del ragionamento e della saggezza.
Non ci si accorge del subdolo insinuarsi di principi allotri in terreni che dovrebbero rimanere incontaminati data la loro giovevole essenzialità per il progresso civile e per la libera determinazione autonoma dell’individuo.
Si pensi alla elefantiaca macchina burocratica sempre più complicata ed inestricabile, Kafkiana direi, che stritola i vecchi che fanno interminabili file per una magra pensione o alle esasperanti lungaggini nello svolgersi dei processi.
Ogni incremento della burocrazia costituisce un passo avanti verso la perdita delle libertà individuali.
E vorrei concludere con le parole che Albert Einstein scriveva nel lontano 1933, allorquando si affacciavano le mostruosità del nazismo: “Solo gli uomini liberi realizzano quelle scoperte e quelle opere intellettuali che ci rendono oggi la vita meritevole di essere vissuta”.