banner bcc calabria

Studenti in piazza: ma non si possono rivendicare i diritti con la violenza

banner bcc calabria

banner bcc calabria

“Cari studenti, queste modalità di proteste rischiano di svuotare di senso la vostra protesta, svilendola e conducendola ad un effetto nullo”

di GIOVANNI CERTOMA’

Studenti in piazza: ma non si possono rivendicare i diritti con la violenza

“Cari studenti, queste modalità di proteste rischiano di svuotare di senso la vostra protesta, svilendola e conducendola ad un effetto nullo”

 

 

 

Giovedì 17 novembre, il giorno dopo la formazione del nuovo governo guidato da Mario Monti, gli studenti italiani scendono nuovamente in piazza in 60 città italiane per “denunciare ancora una volta la drammatica situazione in cui versa l’istruzione e la condizione giovanile nel nostro Paese e delineare quello che secondo noi deve essere il percorso di rilancio di un’intera generazione e di tutta l’italia”. Rivendicazione giusta e sacrosanta, soprattutto dopo gli interventi dell’oramai ex ministra dell’Istruzione, Gelmini, che ha messo in ginocchio l’organizzazione ed il buon funzionamento della scuola di ogni ordine e grado. Ancora una volta, però, non si possono accettare e condividere le modalità con le quali oggi soprattutto nelle piazze di Palermo, Milano e Torino gli studenti hanno manifestato. A Milano il corteo di protesto è iniziato con una rissa che ha visti coinvolti due gruppi di giovani manifestanti che hanno iniziato a lanciare fumogeni ad altezza del volto, e l’inviato del Fatto Quotidiano è stato colpito, rimanendo ferito. Ed ancora tensioni e lancio di uova contro le università Cattolica, Bocconi. Attorno alle ore 10 poi, dei giovani del centro sociale “Cantieri”  si sono scontrati con quelli del collettivo “Ab. Out”. Calci, pugni e fumogeni ancora ad altezza d’uomo si sono impossessati della protesta. I pacifici, si fa per dire, contestatori, hanno attraversato le vie della città imbrattando letteralmente con scritte ed uova diverse vetrine di filiali bancarie. Giunto presso Corso Italia, il corteo dei manifestanti ha incontrato i poliziotti disposti a cordone per impedire l’avanzata. A questo punto una parte del corte ha seguito la direzione prestabilita ed un’altra, invece, facente capo a “Lab.out” e “Rete studenti”, hanno cercato con la forza e la violenza di forzare il blocco per recarsi sotto la finestra dell’ufficio presso l’università Bocconi, del prof. Monti, neo – presidente del Consiglio. Insomma una modalità di protesta assolutamente da condannare. E scene simili si sono viste anche a Palermo e Torino. Cari studenti, queste modalità di proteste rischiano di svuotare di senso la vostra protesta, svilendola e conducendola ad un effetto nullo!