Taurianova, l’Assessore Monteleone, “Non ho mai querelato il direttore di Approdo Calabria Luigi Longo”
Mar 24, 2025 - redazione
Riceviamo e pubblichiamo dall’assessore del Comune di Taurianova, Simona Monteleone
Alla cortese attenzione
Direttore Luigi Longo
Email: redazione@approdocalabria.it
Oggetto: Precisazione e richiesta di rettifica
Gent.le Direttore,
scrivo in merito all’articolo pubblicato dalla sua testata in data 18\3\2025, con il titolo “Taurianova, vicenda “cappella Monteleone”: stralciata la posizione del direttore Luigi Longo, emanato il decreto di proscioglimento. Rinviato a giudizio l’avv. Domenico Monteleone”, per precisare quanto segue:
negli atti della vicenda giudiziaria da voi descritta, sortita da una mia denuncia e dal ripetuto riconoscimento – dai Carabinieri prima e dal Tribunale poi di essere io l’unica parte lesa – non risulta nessuna mia querela contro il Vostro giornale.
E non poteva essere diversamente visto che io al tempo mi sono limitata a segnalare all’Arma, per iscritto e in due occasioni, il comportamento oltraggioso e la ripetuta diffamazione che ho patito dal querelato, oggi giustamente rinviato a giudizio.
Peraltro, sul punto, a conferma di questo fatto del quale la invito a tenere conto, chiare sono sembrate a tutti le parole pronunciate nell’udienza del 17\3\2025 dal legale che difende il giornale di cui è direttore, l’avvocato Antonino Napoli, che ha espressamente fatto riferimento alla mia scelta di chiedere un procedimento giudiziario a mia tutela limitandomi a menzionare gli articoli di stampa per me lesivi, ma senza mai chiamare in causa colpe o responsabilità di altri, a parte quelle del querelato.
Alla luce di questa mia precisazione, chiedo che essa – in base a quanto dispone l’articolo 8 della legge 47 che regola le pubblicazioni a mezzo stampa – venga da lei considerata una smentita di quanto affermato nell’articolo del 18\3\2025, e nelle eventuali pubblicazioni di notizie o commenti anche a mezzo social ad esso seguite, laddove falsamente si legge anche «ci siamo trovati con una querela da parte dell’assessore comunale Simona Monteleone, solo per aver fatto il nostro lavoro».
Da questa mia richiesta di rettifica, a cui la invito a dar seguito tramite la pubblicazione integrale della presente nota – e la creazione nell’articolo del 18\3\2025 di un link di connessione che la richiama per intero – discende anche che risulta del tutto fuori luogo, ovvero falso e calunnioso, il contenuto del brano immediatamente successivo a questo che mi cita con nome, cognome e carica pubblica: «Ci rendiamo conto che in tutti questi anni tanti ‘ndranghetisti e affaristi in generale compresi utilizzano la minaccia della querela per zittirci, senza mai riuscirci in quanto siamo ben sicuri e fedeli della nostra coscienza per amore della verità nel nostro quotidiano lavoro giornalistico. Ma, da una giovane amministratrice tale azione intimidatoria con gli usi che spesso fanno i soggetti già citati, non ce lo saremmo mai aspettato, e vista la sua giovane età men che meno».
È del tutto evidente che essendo falsa la premessa, visto che non ho presentato nessuna querela contro la testata, è falsa anche la forzatamente arbitraria e malevola conclusione a cui l’estensore dell’articolo arriva: io non ho minacciato alcuna querela, non ho condotto alcuna “azione intimidatoria”, né io posso essere minimamente equiparata a “ndranghetisti e affaristi” oppure considerata un amministratore che non rispetta la libertà di stampa.
Anche in questo caso le chiedo di dare la giusta evidenza tecnica alla mia richiesta di rettifica, o di valutare se in questo caso – trattandosi solo di un commento sortito da una notizia non vera – se non sia più opportuno rimuovere del tutto il brano, offensivo anche dell’onorabilità dell’amministrazione comunale di cui faccio parte che mi preme invece che venga pubblicamente riconosciuta, appunto secondo quanto prevede la legge (e il buon senso).
Proprio questo dovere istituzionale e politico che ho sentito, ovvero difendere la reputazione dell’ente e dell’organo amministrativo di cui faccio parte – offuscata dalle parole che in quell’articolo possono essere lette ancora oggi – mi ha indotto a intervenire per la prima volta pubblicamente nella vicenda mediatica e giudiziaria che impegna la mia famiglia, che lei in un video social successivo alla pubblicazione del 18\3\2025 continua purtroppo ad offrire all’opinione pubblica con evidente e colpevole partigianeria, visto che, criticando il lavoro di chi ha indagato e del Tribunale che ha disposto il rinvio a giudizio, sostiene con infondata sicumera che il querelato «verrà assolto».
Sul punto mi lasci concludere che arrivare a sostenere le ragioni di un imputato, sebbene possa essere legittimo, fa sospettare che in realtà l’attacco contro la mia persona e il mio ruolo pubblico nascondano anche finalità politiche o aziendalistiche – che spero non le appartengano – preferendo pensare che in questo caso, al contrario di quanto ha poi affermato, ha letto velocemente la querela che era agli atti della richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura di Palmi e, sempre in questo caso, non ha capito bene l’arringa svolta dal suo avvocato, mentre lei era presente in aula.
Distinti saluti
Simona Monteleone