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Taurianova, tenta il suicidio il noto imprenditore Cecè Cannatà

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L’uomo non si è mai ripreso dall’incendio che ha distrutto la sua azienda nel 2010


 

di Teresa Cosmano

Ha cercato di togliersi la vita tagliandosi le vene l’imprenditore di Taurianova Cecè Cannatà. L’uomo, di 82 anni, è stato trovato agonizzante questa mattina presto, intorno alle 7.30, dalla badante che ha subito avvertito il figlio Claudio, il quale, intervenendo tempestivamente è riuscito a salvargli la vita. L’imprenditore si trova ora ricoverato all’ospedale di Polistena, dove non è in pericolo di vita. Un gesto estremo dettato probabilmente dalla grave crisi economica che ha investito la sua azienda, a seguito dell’incendio che, il 19 dicembre del 2010, ha quasi completamente distrutto l’area industriale della ditta Vincenzo Cannatà, leader europeo nella distribuzione e commercializzazione di carta, cancelleria e mobili per ufficio. Da qui il declino dell’azienda che non si è mai completamente ripresa da quell’episodio, tant’è che, lo stesso imprenditore è stato costretto, a licenziare 50 dipendenti. Cannatà non si è mai completamente ripreso da quel terribile episodio, il cui procedimento giudiziario, a distanza di 4 anni, non si è ancora concluso. Nel corso della sua carriera imprenditoriale, Vincenzo Cannatà ha subito attentati, intimidazioni ed è perfino stato sequestrato negli anni ’70, episodi spiacevolissimi dai quali però si è sempre rialzato, a dispetto dell’ultimo accadimento, da cui invece riuscito a riprendersi. Non solo perchè è stato costretto a licenziare 50 persone, ma anche e soprattutto per il fatto che non ha ancora avuto giustizia. Dopo 4 anni la vicenda non è stata chiarita. Forse proprio questo ha fatto sprofondare l’imprenditore, fino al compimento del gesto estremo che, solo per la tempestività della badante, ha fatto sì che non si trasformasse in tragedia. Il figlio Claudio, interpellato da Approdonew, si è mostrato visibilmente turbato e distrutto da quanto accaduto al padre, ma nonostante questo ha avuto il coraggio di raccontare alla nostra testata i fatti così come si sono svolti, rimarcando il fatto che il padre ha vissuto in questi anni con l’apprensione per essere stato costretto a licenziare e soprattutto di non vedersi riconosciuta giustizia, lui che in 40 anni ha offerto lavoro a decine di persone e contribuito alla crescita economica e sociale di Taurianova.