“Il festival cittanovese di musiche e tradizioni popolari è interamente organizzato e realizzato da noi”
di TERESA COSMANO
Tradizionandu etnofest, l’associazione “Lato 2” ne rivendica la paternità
“Il festival cittanovese di musiche e tradizioni popolari è interamente organizzato e realizzato da noi”
A pochi giorni dalla conclusione del fortunato festival cittanovese di musiche e tradizioni popolari denominato “Tradizionandu etnofest”, l’associazione no profit Lato 2, presieduta da Giuseppe Guerrisi, si sente in dovere di rivendicarne la paternità, «vista la vergognosa “disinformazione” fatta in questi giorni». «Ci sembra doveroso – hanno dichiarato Roberto Raso ed Emanuele Morabito, rispettivamente segretario ed addetto stampa dell’associazione – fare alcune precisazioni. Lato 2 è un’associazione senza scopi di lucro, che nasce dal desiderio di realizzare qualcosa di positivo per il territorio, promuovendo la cultura musicale ed artistica. La nostra è un’associazione apartitica, apolitica e non religiosa, senza alcuna influenza ideologica interna o esterna, che da 4 anni a questa parte organizza e realizza interamente il festival. Pertanto “Tradizionandu” non è né figlio dell’amministrazione comunale, (anche se il comune è stato l’unico ente pubblico a finanziarci), come riportato da qualche giornalista, né fa parte della giornata della cultura ebraica, come invece hanno raccontato alcune emittenti televisive nazionali».
Proprio su quest’ultimo punto, gli organizzatori hanno tenuto a precisare, nello specifico, come sono andate veramente le cose. «Dal momento che durante la terza giornata della kermesse, si sarebbero dovuti esibire i “Nour eddine fatty”, gruppo formato da musulmani ed ebrei – hanno spiegato – abbiamo pensato, su suggerimento della comunità ebraica, di far coincidere l’evento con la giornata della cultura ebraica. Giornata che effettivamente era stata organizzata dagli ebrei e che ricadeva anche negli stessi giorni della nostra manifestazione, ma che consisteva però, solo ed esclusivamente nel banchetto di ristoro da loro offerto e da vari riti della loro religione. Visto il nostro intento di fratellanza tra i popoli, sarebbe stata (come poi è stata), la massima dimostrazione di comunione tra i popoli. Però da qui ad attribuire l’intero evento alla comunità ebraica, ce ne vuole. Con questo non vogliamo né diffamare, né tantomeno denigrare nessuno, perché siamo comunque dell’idea – hanno continuato Raso e Morabito – che queste notizie, diffuse in modo errato, siano solo il frutto di errori umani e non di un boicottaggio voluto. Il nostro è stato solo un modo per fare chiarezza. La nostra associazione vive solo per lo sviluppo della nostra comunità e della gloria di aver fatto il bene comune, ed è giusto che ottenga il giusto riconoscimento degli sforzi fatti».
t.cosmano@approdonews.it