di Carmelo Nicotera

Chiara Petullà – oggi – avrebbe spento diciannove candeline. Taurianova, col magone in gola, volge lo sguardo verso il cielo e omaggia una sua creatura, una ragazza cui sono stati spezzati i sogni – lo scorso anno – in un terribile incidente stradale. L’azzurro degli occhi di Chiara illumina questa triste giornata di ricordo; l’afa opprimente è il calore della popolazione taurianovese che si stringe compatta nel dolore, nell’amarezza, nella sofferenza. Chiara aveva una passione: la musica. Ritorna alla memoria la sua voce celestiale, la forza delle sue corde vocali, unici strumenti capaci di produrre una brezza di vento di speranza nel torrido gelo dell’anima della città.