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La nostra scrittrice analizza il patrimonio della Chiesa

di MIRELLA MARIA MICHIENZI

Vaticano Spa

La nostra scrittrice analizza il patrimonio della Chiesa                                            

 

Gentile Direttore,

l’estate 2011 sarà ricordata per il tormentone della finanziaria, fatta a puntate, a rettifiche, a correzioni, a ripensamenti, a scambi di proposte, di battute e compromessi tra i vari partiti.

A tutt’oggi non si sa dove andremo a finire.

– Pare che finalmente si siano decisi a dimezzare (se ne parla, però, nel 2016) il numero dei parlamentari che, lo ripeto ancora una volta, è il più alto d’Europa. Però “ la casta ancora tiene duro”. Infatti permangono i senatori a vita, come pure gli stipendi d’oro, le pensioni maturate dopo pochi mesi e i molti privilegi anche per chi non è più in carica.

– Per certo si sa che si sono già accaniti sui tickets sanitari e che dal 1° settembre verranno tassati ancora di più i nostri sudati risparmi…ed è sempre la classe media a farne le spese.

– I calciatori e le società di calcio protestano in maniera vergognosa per le eventuali tasse e si rimpallano il problema.

– A tutto ciò si aggiunge la questione annosa dell’incommensurabile patrimonio ecclesiastico con la conseguente lecita richiesta dell’ICI  relativa.

Lasciando da parte puerili osservazioni, come quelle di un parroco di Bergamo che sostiene che gli immobili, anche se rendono un affitto, hanno bisogno di manutenzione (a tale affermazione c’è solo da rispondere: “ Perché le nostre case non ne hanno bisogno?”), cerchiamo di capire il problema che è molto, ma molto, intricato.

– Alcuni sostengono che sui beni commerciali ecclesiastici non venga pagata l’ICI.

– Altri dicono che, invece, venga pagata. Di questa tesi se ne fanno paladini Angiolino Alfano e Vittorio Feltri.

– Se così fosse, comunque, non è sufficiente, perché, a mio giudizio, l’ICI deve essere pagata anche sugli immobili dove ci sono scuole, università, ospedali. Tali servizi, infatti, non sono gratuiti ma chi le frequenta o chi è ricoverato paga  – direttamente o indirettamente –  profumatamente. Inoltre bisogna aggiungere, per scuole e università, i cospicui finanziamenti dello stato (pare 245 milioni di euro all’anno). 

– Meritano attenzione e sotto molteplici aspetti… anche i numerosissimi alberghi tenuti da religiosi.

Ne pullula Roma come le altre città, compresa Assisi.

Così facendo c’è chi parla di un recupero all’anno di ICI  di oltre 3 miliardi di euro; altri dicono cifre maggiori , anche di 6 miliardi di euro.

Io non ho la preparazione per fare questo computo, tuttavia sono sicura che entrerebbero nelle casse dello Stato cifre considerevoli a tal punto da non dovere richiedere sacrifici agli italiani.

Non vorrei fare la fine di Gianluigi Melega che, nel lontano 1977, fu licenziato da direttore dell’Europeo per aver fatto pubblicare un’inchiesta sull’immenso patrimonio della Chiesa. Il titolo dell’articolo era  “ Vaticano s.p.a.”, ciò nondimeno voglio precisare che :

Di fatto si sa:

– che non esistono banche dati che possano dare un dato ufficiale del patrimonio immobiliare della Chiesa;

– i beni della Chiesa non sono mai stati catalogati nei vari censimenti degli ultimi 81 anni. Paolo Ojetti, autore dell’inchiesta sull’Europeo, dice che, in 34 anni, nulla sia cambiato;

– i Comuni parlano di un mancato introito di 700 milioni di euro all’anno;

– il 20% – 22% dell’intero patrimonio immobiliare italiano è di proprietà della Chiesa. A stare bassi si stima un valore di  1500 miliardi di euro, (a cui si aggiungono i possedimenti all’estero! ) ;

– se la Chiesa devolvesse parte del suo 8 per mille, accontentandosi del 5 per mille, ci sarebbero  nelle casse dello stato ben 400 milioni di euro all’anno;

– l’Opera Romana pellegrinaggi, operatore turistico religioso, dice di pagare le tasse allo stato italiano ma il suo bilancio è sconosciuto, come pure i suoi introiti, perché , pur essendo romana, ha sede nella Città del Vaticano!

Il Cardinale Bagnasco, presidente della CEI, nei giorni scorsi ha fatto un monito ben preciso dicendo che il punto centrale della manovra finanziaria deve essere la famiglia e la lotta all’evasione!

Sono pienamente d’accordo, Cardinale! Infatti, se Lei si battesse per fare pagare alla Chiesa le giuste tasse che le competono, la famiglia italiana verrebbe alleggerita dal peso di ingiuste tasse, pagate a causa di chi non paga.

Se Lei, Cardinale, richiamasse la Chiesa ad una vita meno lussuosa e meno sfarzosa, soprattutto nei paramenti ( le vetrine dei negozi per religiosi ne sono una testimonianza), prendendo come esempio San Francesco di Assisi, San Francesco di Paola, madre Teresa o i missionari sparsi nelle zone più povere e arretrate…, tanta e tanta gente affamata potrebbe avere cibo e acqua. 

Mirella Maria Michienzi

redazione@approdonews.it