Villa con piscina sul Tirreno cosentino per le vacanze del boss dei casalesi
Ott 22, 2013 - redazione
Nicola Panaro, uno dei capi della Camorra, durante la latitanza aveva scelto la Calabria come luogo privilegiato per le ferie con la famiglia. Usava una falsa identità. Nel corso di un’operazione in Campania è stata scoperta la rete dei suoi fiancheggiatori
Villa con piscina sul Tirreno cosentino per le vacanze del boss dei casalesi
Nicola Panaro, uno dei capi della Camorra, durante la latitanza aveva scelto la Calabria come luogo privilegiato per le ferie con la famiglia. Usava una falsa identità. Nel corso di un’operazione in Campania è stata scoperta la rete dei suoi fiancheggiatori
COSENZA – Era una villa con piscina a San Nicola Arcella, in provincia di Cosenza il luogo nel quale trascorreva periodi di vacanza e fine settimana il boss del clan camorristico dei casalesi Nicola Panaro.
Stamattina i carabinieri hanno eseguito a Casal di Principe e in altre zone del Casertano una misura cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli, arrestando 13 persone, mentre a una quattordicesima il provvedimento è stato notificato in carcere: sono ritenuti fiancheggiatori di elementi di vertice della cosca campana. Gli indagati però, sarebbero ancora più numerosi. E nell’operazione è scattato anche un sequestro anche di beni, tra immobili, quote societarie, terreni, auto e moto.
Nicola Panaro si nascondeva grazie anche a carte di identità contraffatte ottenute grazie alla complicità di un dipendente dell’ufficio anagrafe del Comune di San Cipriano d’Aversa: il boss, arrestato nel 2010 dopo una lunga latitanza, e la moglie usavano i dati anagrafici del fratello e della cognata dell’impiegato.
Ed è stato dalle indagini che è venuta fuori tutta la rete di copertura che circondava Nicola Panaro: intercettazioni, collaborazione di pentiti, accertamenti patrimoniali e ocumentazione sequestrata a Panaro al momento dell’arresto hanno permesso di ricostruire le vacanze con famiglia e amici persino a Montecarlo, ma soprattutto nella villa sul Tirreno cosentino, considerato abituale rifugio. La villa ora è stata posta sotto sequestro.