Vincenzo Speziali: “Forza Italia, cioè Alberto Sordi, Aroldo Tieri e Mario Merola, con… musica di Peppino Di Capri”
Feb 27, 2024 - redazione
Ironizziamo, sperando e confidando, come il ‘nuovo che avanza’, abbia la stessa ironia -almeno essa- dei grandi leaders democristiani, i quali, da Fanfani a Leone, da Andreotti a Colombo, da Rumor a Forlani o da De Mita a Goria, sotto sotto, invogliavano i caricaturisti a ritrarli, così come gioivano nell’essere oggetto della satira (era, un modo, per testare la personale popolarità).
Certo, i miei avi politici, rappresentavano un Partito, vero, del 40 e passa per cento, con addentellati interclassisti e una piattaforma programmatica seria, insomma, con tutto il rispetto, eravamo lontani, differenti e migliori -certamente migliori!- dell’ ‘italoforzutismo’, di oggi, ma non di ieri.
A ben riflettere, però, il fu ‘Partito’ di Berlusconi, proprio perché vi era Silvio -anche al netto dei suoi difetti…ma cosa volete? Siamo tutti esseri umani- dicevo con ‘B’ vivente, esisteva una certa qualsivoglia di autorevolezza e credibilità, in luogo al macchiettisco cabarettismo odierno, più da Bagaglino che non da Teatro Valle a Roma.
Faccio una premessa, non se la prenderanno gli amici ‘tajaneschi’, poiché loro e solo loro, hanno iniziato un bombardamento velinistico, condito da ‘disinformatzia’ alla sovietica, dando ad intendere o smerciando, una realtà da metaverso, che quasi quasi, li vedrebbe persino avanti rispetto all’organizzazione politica della Presidente del Consiglio.
D’altronde, se fai campagna elettorale scorrettamente (o inverosimilmente), poi ti ritrovi lo sfottò inevitabilmente.
Ordunque, procediamo!
Se ripenso, udedendole ancora nelle orecchie, le dichiarazioni circa la quantistica percentualistica -e se per questo pure in merito ai vari scenari di crisi internazionale- del buon Antonio Tajani e considerando anche il suo accento romanesco (io adoro Roma, così come adoro il suo slang, che difatti parlo e scrivo), l’attuale Vicepresidente del Consiglio, Ministro degli Esteri e Segretario di Forza Italia, più di un politico, mi riporta alla mente non solo per le battute, bensì financo con le physique du rôle, proprio Alberto Sordi (‘Anto` ricordate der cabaret’).
Parla, difatti, il buon Tajani, facendo strabuzzare gli occhi a tutti, mettendoci nella condizione che ciascuno si sturi bene le orecchie, allorquando ‘spara’ numeri da rimonta -non vera!- della Forza Italia da lui guidata, alla stregua della moto su cui montava, precisamente, Alberto Sordi, nei panni di Nando Mericoni in ‘Un Americano a Roma’.
“What’s american boys” diceva il grande ‘Albertone Nazionale’, nel film di specie, il cui titolo, riferendoci al suo epigono contemporaneo -nei panni (discutibili e comici?) del politico che crede di essere- potremmo parafrasare e denominare ‘Un Marziano alla Farnesina’. Oppure, ripensando ad azzardi e previsioni, sempre in capo al ‘sor’ Antonio Tajani, ogni minuto di piu` emulo ed erede, non di Berlusconi, bensì sempre di Alberto Sordi, potremmo rifarci ad un’altra pellicola del grande comico, ovvero quella in cui recitava con Bette Davis, Domenico Modugno e Silvana Mangono, laddove pure lì, sullo sfondo, si intravedono bugie, desideri infranti, sogni di vanagloria spezzati. Chiaramente, stiamo parlando della commedia dolce-amara, che ha per titolo ‘Lo scopone scientifico’, mai termine più calzante, seppur in modo differente, in quanto pensando al defunto Silvio, avremmo trasposto, naturalmente e credibilmente, in senso fisico e carnale, ma per chi lo ha sostituito alla ‘massima magistratura’ (tranquilli, non sono i giudici) di Forza Italia, ovvero il solito Tajani/Alberto Sordi, potremmo rifarci giammai alla ‘piacevolezza’ del letto, ma alla risibilita` del lotto.
Si, proprio del lotto, in luogo ai numeri lanciati ‘ad muzzum’, segnatamente dal ‘sor’ Antonio, che talvolta, dimentica le previsioni, date il giorno prima, ritoccandole al ribasso, il giorno dopo e riaumentandole di vertiginosi decimali, quello successivo ancora: saranno o equivoci indotti dall’età, oppure dalla stanchezza, sennò dalla nozionistica che si imbatte con lo scotch (non dico il whisky, pur non confermando il nastro adesivo, perciò fate vobis).
Purtuttavia, avrebbe detto Corrado, nel lanciare la reclam pubblicitaria alla Corrida “…e non finisce qui”, cosicché, incediamo, inesorabilmente, sul tracciato, che illumina il chiaroscuro del secondo personaggio, ovvero il cosentino Aroldo Tieri, che tanto mi ricorda Roberto Occhiuto.
Intendiamoci, Aroldo Tieri è stato un fior di artista, supportato da tre caratteristiche particolari ed essenziali, le quali elenco e descrivo.
La prima era la modestia, perciò questo non lo accosta al Governatore Calabrese, nonché Vice di Tajani -ma Vice semplice, non Vicario, come avrebbe desiderato!- prorio alla guida del loro (pseudo)Partito.
Le altre due, di converso, fanno sì che Occhiuto e Tieri, si compenetrino vicendevolmente e mi riferisco alla faccia con costante ‘espressione appesa’ di entrambi (seppure Aroldo Tieri la utilizzava per motivi di scena cinematografica e teatrale…ma non politici, dove infatti, non si fa una gran bella figura, in tal senso); invece, la seconda accomunanza, si ritrova nell’essere ‘spalle’, perciò loro stessi comprimari, più o meno formidabili e costanti, dei ‘grandi’ con cui hanno a che fare. epperò nel caso di Occhiuto, palesemente, il ‘grande’ sarebbe un presunto tale: per Aroldo Tieri parliamo di formidabili attori quali Totò, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Nino Taranto e Macario, mentre per Roberto, Antonio Tajani et similis. Cosa dire? Sic (non) transit gloria mundi!
Certo, già così sarebbe più che sufficiente, ma per finir la carrelata con tanto di risata, descriviamo la tragedia umana di Fulvio Martuscello, quasi fosse la reincarnazione di Mario Merola, sia per le fattezze fisiche di lorsignori (un pronunciato girovita e un naso ciccioso), ma pure per la stessa predisposizione alla sceneggiata napoletana.
Fulvio Martusciello, difatti, a breve, quando Occhiuto/Tieri, gli notofichera` la nullità o il superamento del loro ‘accordicchio elettoralistico’ (Roberto gli avrebbe dovuto girare i voti, per farlo rileggere a Strasburgo), fortemente auspicato da Tajani/Sordi -che a sua volta blandiva (e brandiva) il calabro, con promesse di luminoso futuro, pur di proteggere il partenopeo, il quale risulterebbe una sorta di protesi cateterica, dal punto di vista politicante, proprio del ‘sor de Roma’- dicevo Martusciello, inizierà a frignare come il ‘suo gemello’ Mario Merola, allorquando, seppur cantando la tragediosa canzone ne ‘Lo Zappatore’ -” Buona serata a tutti sti signure ‘ncruvattati”- ‘chiagneva’ a dirotto.
Oppure avrà la reazione invereconda, di un altro personaggio interpretato da Merola, cioè il truce Michele Barresi, nella pellicola il cui titolo è ‘Da Corleone a Brooklyn’.
Patti chiari, Martusciello è un pacioso pacioccone, come pure Merola lo era, quindi ancor di piu` si somigliano e si assimilano, ma quando il rischio di ‘caduta da cadrega’ diventa serio, la paura fa 90, con tanto di gallina che canta.
Già, non me lo immagino affatto Il ‘nostro AroldoTieri’ intento a voler (e non solo dover) votare il ‘Mario Merola’ contemporaneo, parimenti ai desiderata calcolostici dell’ ‘Alberto Sordi’ di Forza Italia, in quanto Occhiuto, ora, proprio a seguito della sua ‘trombatura vicaria’ -di cui mi dispiace…e se non mi si crede: amen!- straccera`, lui stesso, in faccia l’intesa precongressuale raggiunta, con il duo ‘romanesco-partenopeo’ (vedete voi se preferite identificarlo con Tajani/Martusciello, piuttosto che Sordi/Merola).
Insomma, è unacreazione, proprio per la trama ‘segaiola’ e prego di non pensare a gesti di ‘autosoddisfacimento’, bensì a quello di altrui induzione, per fare di Occhiuto/Tieri e delle sue velleità ‘vicarial nazionali italoforzute’, “titoli di coda”, per dirla alla Beppe Fenoglio.
Certamente, non si recupera` con il buon Aroldo Tieri dei nostri giorni e della (de)cadente imbarcazione Azzurra -un tempo con Berlusconi una corazzata, oggi, invece, grande quanto un barchino- nemmeno se Tajani/Sordi, tornando a ricalcare l’ ‘Albertone Nazionale’, si calasse nelle vesti de ‘Il Prof. Dott. Guido Tersilli Primario della Clinica Villa Celeste, non convenzionata con la mutua’ e si mettesse a girare -con tanto di codazzo a seguito (così era nel film)- tutta la Calabria, incensando Occhiuto/Tieri e recitando versi in musica tipo “…ritorna ancora vicino a me”.
Ricordate chi li scrisse, e in quale opera li musico`? Presto detto: Peppino Di Capri, nientepopodimeno che per la Canzone intitolata -guarda caso!- ‘Roberta’
Vincenzo Speziali