di Nelly Dogali
Con il via libera del Senato il “Codice Rosso” diventa legge: il provvedimento dispone nuove misure per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere. Oltre che puntare su un generale inasprimento delle pene, introduce il “fattore tempo” come elemento dominante per prevenire i finali irreparabili agli episodi di violenza di cui troppo spesso siamo abituati a sentir parlare. Il disegno di legge, a cui hanno lavorato i ministri Giulia Bongiorno e Alfonso Bonafede, punta a rendere le indagini più rapide e obbliga i Pm ad ascoltare le vittime entro tre giorni, ed inasprisce le pene: reclusione fino a tre anni per chiunque violi il divieto di avvicinarsi alla persona offesa, fino a cinque anni per chi costringe una persona a contrarre matrimonio approfittando di condizioni di vulnerabilità psichica o di stato di necessità e fino a sette anni se a contrarre matrimonio è un minore sotto i quattordici anni.
Fino a sei anni e sei mesi per reati di stalking e fino a quattordici anni per chi sfregia la vittima con l’acido, mentre è previsto l’ergastolo in caso di morte della vittima. È una novità assoluta l’introduzione di provvedimenti contro il revenge porn, che punisce chi diffonde online immagini o video privati sessualmente espliciti per danneggiare un’ex partner a scopo di vendetta o di rivalsa personale. Un reato diventato virale e poi tristemente noto per la storia di Tiziana Cantone. Introdotte pene anche per chi condivide il materiale hard non autorizzato.
Sembra una legge impeccabile, ma non è priva di falle: per molti sono provvedimenti necessari ma nello stesso tempo privi di concretezza, a causa della clausola di invarianza finanziaria che non permetterà ai provvedimenti di prendere forma perché mancheranno le risorse. Nonostante i dubbi sulla nuova legge, il presidente Conte ha dichiarato: “I dati parlano di una vittima ogni settantadue ore e ci restituiscono l’immagine di un Paese nel quale, evidentemente, il problema della violenza contro le donne è prima di tutto culturale. Ed è lì che bisogna intervenire, a fondo e con convinzione, per cambiare davvero le cose”. Il problema, infatti, sta alla base: una donna deve sentirsi al sicuro per le strade, tra le mura di casa, con il proprio partner o da sola. Anche se non perfetta, sembra un passo avanti per risolvere un fenomeno sociale ormai senza freno che mette a rischio la vita di milioni di donne.